L'esistenzialismo: Sartre e Camus

Jean-Paul Sartre

Jean-Paul Sartre (1905-1980) è stato lo scrittore che ha dato anche contributi fondamentali allo sviluppo del pensiero filosofico esistenzialista. L'influenza esercitata su tutta una generazione non fu solo letteraria e filosofica, ma soprattutto dettata dall'uomo, dal suo impegno, dalla sua coerenza, dal suo rigore intellettuale.

La formazione e le prime opere

Nato a Parigi, perse il padre, ufficiale di marina, a due anni e si trasferì a La Rochelle per il matrimonio della madre. Studiò filosofia all'École Normale di Parigi e nel 1929 conobbe Simone de Beauvoir, che gli fu compagna per tutta la vita. Nel 1831 cominciò a insegnare. La ricerca di Sartre si diresse in due direzioni, quella filosofica e quella letteraria, quest'ultima a sua volta articolata in discorso narrativo, teatrale e biografico. Nei saggi L'immagination (L'immaginazione, 1936) e L'immaginaire (Immagine e coscienza, 1940) Sartre precisò alcuni concetti chiave del suo pensiero, tra cui quello di immaginazione, connesso a quello di libertà. L'immaginazione è il modo in cui la coscienza trascende la realtà, la nega liberamente, vi sostituisce una possibilità. Negli stessi anni pubblicò le sue opere narrative più compiute e originali, il romanzo La nausée (La nausea, 1938) e i racconti Le mur (Il muro, 1939). Chiamato sotto le armi (1939), venne fatto prigioniero e internato in Germania. Liberato, tornò a Parigi nel 1941 e partecipò alla Resistenza. Nel 1943 pubblicò la ricerca filosofica L'être et le néant (L'essere e il nulla), seguita dai primi due romanzi del ciclo Les chemins de la liberté (Le vie della libertà), L'âge de la raison (L'età della ragione, 1945), Le sursis (Il rinvio, 1945), e dai drammi Les mouches (Le mosche, 1943) e Huis clos (A porte chiuse, 1945).

L'intellettuale e l'impegno

Dopo la Liberazione Sartre fondò con Merleau-Ponty la rivista "Les Temps Modernes". Con il saggio L'existentialisme est un humanisme (L'esistenzialismo è un umanismo, 1946) approfondì il tema dell'impegno nella società e nella storia. Opere di quel periodo furono: i drammi Morts sans sépolture (Morti senza sepoltura, 1946), Les mains sales (Le mani sporche, 1948); il terzo romanzo del ciclo Le vie della libertà, La morts dans l'âme (La morte nell'anima, 1949); i saggi Baudelaire (1947), Saint-Genet comédien et martyr (San Genet commediante e martire, 1952). Nel 1952 Sartre si avvicinò al Partito comunista francese. L'originale fusione tra marxismo ed esistenzialismo ispirò, tra l'altro, il saggio Critique de la raison dialéctique (Critica della ragione dialettica, 1960) e il dramma Les séquestres d'Altona (I sequestrati di Altona, 1959). Nel 1963 pubblicò Les mots (Le parole), autobiografia intellettuale. Nel 1964 rifiutò il premio Nobel attribuitogli per la letteratura.

Nel 1968, in seguito all'invasione sovietica della Cecoslovacchia, Sartre ruppe con il Partito comunista francese e si avvicinò ai gruppi di estrema sinistra. Affrontando la questione del ruolo dell'intellettuale, denunciò la tentazione di irresponsabilità dell'intellettuale borghese e sostenne la necessità di una letteratura impegnata, intesa come prassi (Que peut la littérature?, Che cosa può la letteratura?, 1964). L'idiot de la famille (L'idiota della famiglia, 1971-72, 3 voll.), un saggio dedicato a Flaubert, approfondì il tema dello scrittore che per sfuggire all'alienazione borghese subisce la tirannia dell'arte. Negli ultimi anni, divenuto ormai personaggio pubblico celebre e ascoltato, Sartre fu colto da una grave malattia della vista. Di notevole interesse i saggi raccolti in Situations (Situazioni, 1947-76, 10 voll.).

La scelta della libertà e la malafede

Tema centrale delle maggiori opere narrative di Sartre, il romanzo La nausea e i racconti del volume Il muro, divenute due opere culto di una generazione, è l'esperienza della contingenza, dell'assurdità dell'esistenza, della sua gratuità. L'uomo è solo, abbandonato nel mondo, eppure condannato a essere libero, obbligato a scegliere. Muovendo dalla constatazione della crisi, attraverso la nausea, l'angoscia, la smitizzazione di tutti i valori falsi del passato, perviene alla coscienza del proprio essere gratuito. L'uomo costretto alla responsabilità non è libero di non scegliere. Antitetica alla scelta della libertà è l'opzione per la malafede, la fuga perpetua da sé, il rifugio nei ruoli, negli atteggiamenti rassicuranti. Il teatro di Sartre risponde, più ancora della narrativa, all'imperativo della letteratura impegnata. I suoi drammi, spesso connessi a urgenti situazioni dell'attualità storica e politica, affrontano il problema dell'etica: prigionieri di un universo chiuso, i personaggi sperimentano l'inevitabile conflitto con gli altri e si scontrano con l'impossibilità di dare un senso alla propria libertà.

Sottesa da una rete vastissima di riferimenti culturali, filosofici e letterari, sorretta da uno stile denso ed efficace, l'opera letteraria di Sartre cattura per la densità problematica e umana, delude talvolta per quel fondo didascalico e "filosofico" che le impedisce di configurarsi come compiuta rappresentazione artistica.