Invenzione romanzesca e "nouveau roman"

Il "nouveau roman"

L'etichetta nouveau roman (nuovo romanzo), oppure anche école du regard (scuola dello sguardo) secondo alcuni, indica una tendenza letteraria che si sviluppò in Francia intorno agli anni '50 e che riunì alcuni autori, la cui ricerca muoveva dal comune rifiuto delle forme tradizionali del romanzo, (intreccio, personaggi, ordine cronologico, descrizioni, analisi psicologiche) e spostava l'attenzione sul linguaggio, perseguendo una sperimentazione formale che ha offerto interessanti spunti di riflessione agli scrittori contemporanei. Alla rappresentazione coerente dell'uomo e del mondo il nouveau roman sostituì la presenza ossessiva degli oggetti, l'assoluta priorità assegnata alla scrittura.

 

Alain Robbe-Grillet

Alain Robbe-Grillet (1922-2008), ingegnere agronomo di Brest, si impose all'attenzione del mondo letterario con il romanzo Les gommes (Le gomme, 1953), affermandosi come uno dei maggiori rappresentanti del nouveau roman. Seguirono Il voyeur (1955) e La jalousie (La gelosia, 1957). La sua tecnica narrativa procede con una descrizione precisa e minuziosa, neutra e priva di emotività. Gli oggetti acquistano puro rilievo visivo, la scrittura è quasi registrazione meccanica di dati materiali; ma la presunta oggettività non elude una visione che orienta la descrizione, una coscienza soggettiva che la caratterizza. Nelle opere successive (Dans le labyrinthe, Nel labirinto, 1959; La maison de rendez-vous, La casa d'appuntamento, 1965; Djinn, 1981) scompare anche l'esile residuo di narratività; non vi è più una "storia", né un personaggio cui attribuire le sequenze di immagini, dettate da un'istanza prevalentemente formale. La Reprise (La ripresa), pubblicato nel 2001, parodia di spy-story la cui soluzione non si trova nel libro ma nella scrittura stessa, illustra un'altra volta i principi teorici, raccolti nel volume Pour un nouveau roman (1963). Ha svolto anche attività di sceneggiatore e regista cinematografico.

 

Michel Butor

Michel Butor (1926), professore di filosofia, divenne celebre con i romanzi Passage de Milan (Passaggio a Milano, 1954), L'emploi du temps (L'impiego del tempo, 1956) e La modification (La modificazione, 1957), che si imposero per la vistosa novità delle strutture narrative. Capofila del nouveau roman, organizzò i suoi romanzi in una composizione volutamente complessa: il lettore è chiamato a ricercare il senso nascosto, a decifrare l'architettura segreta, seguendo gli itinerari tracciati in un infinito di possibilità. Nelle opere successive, tra cui Illustrations (Illustrazioni, 1964-76), Matière de rêves (Materia di sogni, 1975-85) abbandona il concetto di genere per una pratica quasi sperimentale della scrittura, spaziando dai saggi sulla letteratura (Improvisations sur Balzac, Improvvisazioni su Balzac, 1998) o la pittura (Diego Giacometti, 1985) alla poesia ai libri d'artista.

 

Nathalie Sarraute

Nathalie Sarraute (1902-1999), di origini russe, si trasferì a Parigi a otto anni e divenne avvocato. Esordì con una raccolta di testi brevi, Tropismes (Tropismi, 1938), originale ricerca di nuovi moduli narrativi volti a cogliere nel loro movimento reale gesti, parole e sentimenti al limite della coscienza, registrati e restituiti attraverso la tecnica della "sottoconversazione", che mette in risalto quel che sottende la conversazione convenzionale. Questo tema, al tempo stesso riflessione teorica sulla scrittura, avvicina la Sarraute al nouveau roman, rispetto al quale la scrittrice ha mantenuto comunque una spiccata autonomia. Tra i romanzi successivi: Portrait d'un inconnu (Ritratto d'ignoto, 1948), Martereau (1953), Le planétarium (Il planetario, 1959), Disent les imbéciles (Dicono gli imbecilli, 1976), Ici (Qui, 1995). Mette in atto la sua scrittura in dialogo anche in pièce di teatro dai titoli significativi, Le Silence (Il silenzio, 1964), Puor un pui ou pour un non (Per un sì o per un no, 1982) e perfino in Enfance (Infanzia, 1983), che rievoca l'infanzia russa. Le sue riflessioni sul romanzo, esposte nel saggio L'ère du soupçon (L'era del sospetto, 1956), hanno preceduto e ispirato il noveau roman.

 

Claude Simon

Claude Simon (1913-2005), nativo del Madagascar, esordì con romanzi tradizionali, ma Le vent (Il vento, 1957) lo associò al nouveau roman. Nelle opere successive - ­ La route des Flandres (La via delle Fiandre, 1960), Histoire (Storia, 1967), Les corps conducteurs (I corpi conduttori, 1971), Leçon de choses (Lezioni di cose, 1976), L'invitation (L'invito, 1987), L'acacia (1989), Le Tramway (Il tram, 2001) - prevale la restituzione della storia, attraverso la distruzione dell'ordine cronologico e l'accumulo di frammenti di passato e presente, di memoria e sensazioni, che si intrecciano in periodi lunghissimi, ricchi di subordinate. Scompaiono l'affabulazione e la finzione narrativa e l'uso ossessivo del participio presente, conduce il racconto fuori dal tempo convenzionale. Nel 1985 vinse il Nobel per la letteratura.

 

Robert Pinget

Robert Pinget (1919-1997) è un autore polifonico, che ha pubblicato romanzi (Grall Flibuste, 1956; L'inquisitoire, 1962), pièce di teatro (Lhypothèse, 1961), racconti e quaderni (Monsieur Songe, 1982). Si definì alla ricerca di un nuovo tono per ogni libro.

 

L'eredità del nouveau roman: Jean Echenoz

Stilista d'eccezione e romanziere virtuoso, Jean Echenoz (1947) lavora con i codici del genere: il poliziesco (Cherokee, 1983), l'avventura (L'Equipée malaise, 1989), la spy-story (Lac, 1989). Con la complicità del lettore, si interroga sul rapporto tra realtà e arte (Ravel, 2006).