Il tribunale della ragione: Voltaire

Introduzione

Mentre per gli uomini del Seicento la ragione costituiva una norma definitiva, il fondamento della regola, il principio di stabilità cui sottomettere il disordine del mondo, per i philosophes (come si definirono gli intellettuali del Settecento) la ragione era il "lume" che li avrebbe guidati verso un'epoca nuova e migliore, uno strumento critico, un principio dinamico. Alla ragione spettava il compito di esprimere un giudizio sul passato e sul presente, di contribuire a progettare un avvenire diverso. L'autonomia della ragione condusse gli illuministi a negare risolutamente il principio di autorità e l'idea che la trascendenza potesse essere fonte di verità. La ragione era dunque mezzo di indagine e ricerca, e la conoscenza era mezzo per trasformare la realtà. La ragione suggerì all'uomo del Settecento l'inebriante sensazione della propria libertà, di essere padrone del proprio destino. La libertà, secondo il critico Jean Starobinski, fu la grande "invenzione" del secolo, libertà che si espresse in tutti gli ambiti sociali e culturali.