Il culto della forma: il Parnasse e Gautier

Théophile Gautier

Théophile Gautier (1811-1872), amico di Gérard de Nerval che lo presentò a Hugo, aderì al movimento romantico, divenendone un accanito sostenitore. Nel luglio 1830 pubblicò la prima raccolta, Poésies, seguita nel 1832 da una seconda raccolta, Albertus ou l'âme et le péché (Albertus, o l'anima e il peccato). Non tardò tuttavia a prendere le distanze dalla poesia come sfogo immediato dell'animo e dagli eccessi romantici. Nel 1835 pubblicò un romanzo, Mademoiselle de Maupin, accompagnato da un'ampia prefazione in cui formula la sua teoria dell'arte per l'arte. L'artista deve rifiutare nettamente qualunque forma di impegno politico; l'arte è estranea non solo alle preoccupazioni di utilità e di "consumo", ma anche alle responsabilità morali. L'arte è un atto gratuito e irresponsabile, che mira esclusivamente alla bellezza. Il romanzo, irriverente e audace, introduce una singolare figura femminile, modello estetico fantastico, dal carattere androgino e ambiguo.

L'opera poetica

L'amore per la forma perfetta, il culto per il verso cesellato, impeccabile, si esprimono pienamente nelle opere poetiche della maturità, La comédie de la mort (La commedia della morte, 1838-40), España (1843) e soprattutto Émaux et camées (Smalti e cammei, 1852, ultima edizione 1872), il suo capolavoro, continuamente rifinito, che dà prova della sua abilità tecnica finalizzata alla conquista di una forma impassibile, scolpita e distaccata. Sono poesie lucenti come gioielli, abbaglianti, ma di una luce volutamente fredda, glaciale, in cui raggiunge il vertice, che è anche il limite della sua arte. Nata come superamento del soggettivismo romantico, protesa verso la conquista di una forma plastica e obiettiva, la sua poesia diventa presto il modello della scuola parnassiana.

I racconti fantastici

La sua opera in prosa offre un'immagine più variegata. Si ricordano i racconti fantastici: La cafetière (La caffettiera, 1831); La morte amoureuse (La morta innamorata, 1836); Arria Marcella (1852); Spirite (1866), forse il più riuscito. Si ritrovano alcuni temi e situazioni presenti nei racconti di Hoffmann, ma trattati con una levità e un'ironia lontanissime dalle angosciose allucinazioni dell'autore tedesco. Il tema romantico del sogno come punto di contatto con una realtà altra, fuori dallo spazio e dal tempo, si intreccia con uno dei temi più insistenti della sua opera, l'amore per una donna morta prematuramente, chiaramente connesso con l'identificazione della bellezza con un ideale femminile irraggiungibile. Nel 1863 pubblicò il romanzo Le capitaine Fracasse (Capitan Fracassa), racconto delle avventure di una compagnia di comici, parodia romantica del Roman comique di Scarron, che gli diede grande fama.