Il culto della forma: il Parnasse e Gautier

"Il Parnaso contemporaneo"

Prendendo le mosse dalle idee estetiche di Gautier e di Leconte de Lisle, il Parnasse si inseriva nel clima culturale del realismo, di cui condivideva l'esigenza di obiettività e impersonalità. I parnassiani pubblicarono tre raccolte poetiche dal titolo Le Parnasse contemporain (Il Parnaso contemporaneo, 1866, 1871, 1876). La prima comprendeva opere di numerosi poeti, tra cui T. Gautier, T. de Banville, C. Baudelaire, J.-M. de Hérédia, Leconte de Lisle, P. Verlaine, S. Mallarmé. Nella seconda serie apparvero le poesie di A. France e C. Cros. L'ultima serie accoglieva più di sessanta autori, ma escludeva Verlaine e Mallarmé, ormai lontani dai canoni parnassiani. Pur non costituendo una scuola, i parnassiani erano accomunati dal rifiuto dell'ispirazione romantica e del sentimentalismo, a cui opponevano l'apologia del lavoro, la ricerca della difficoltà tecnica, l'aspirazione a una poesia serena e impassibile, controllata e formalmente impeccabile.

Leconte de Lisle

Leconte de Lisle, pseudonimo di Charles-Marie Leconte (1818-1894), nacque nell'isola La Réunion e crebbe in Bretagna. La profonda delusione seguita al fallimento della rivoluzione del 1848 e al colpo di stato di Napoleone III lo indusse ad allontanarsi dalla politica, a cui si era accostato come seguace di C. Fourier, e a dedicarsi interamente alla letteratura. Le sue raccolte poetiche (Poèmes antiques, Poesie antiche, 1852; Poèmes barbares, Poesie barbare, 1862; Poèmes tragiques, Poesie tragiche, 1876) esprimono un pessimismo cupo, una visione amara dell'uomo e della storia, alla quale il poeta contrappone la ricerca dell'impassibilità e la contemplazione della bellezza formale. Il suo rifiuto dell'ispirazione o dell'effusione romantica e il culto di una difficile perfezione influenzarono la nascita del Parnasse, di cui egli fu uno dei maestri e dei maggiori esponenti.

José Maria de Hérédia

José Maria de Hérédia (1842-1905), nato a Cuba, compì gli studi all'Avana e in Francia e si stabilì definitivamente a Parigi (1861), dove conobbe Leconte de Lisle e partecipò al Parnasse contemporain del 1866. Teso alla ricerca della perfezione formale, ebbe una concezione altissima e severa dell'arte, così da limitare la propria produzione a un'unica raccolta di sonetti, Les trophées (I trofei, 1893), piccola "leggenda dei secoli" nel più puro stile parnassiano, a un poema epico appena abbozzato e a pregevoli traduzioni dallo spagnolo. Accademico di Francia nel 1894.

Théodore de Banville

Théodore de Banville (1823-1891) pubblicò non ancora ventenne il volumetto Les cariatides (Le cariatidi, 1842), ammirato dal giovane Baudelaire. Nel 1846 uscì un'altra raccolta di versi, Les stalactites (Le stalattiti), e nel 1857 la sua opera più famosa, Odes funambulesques (Odi funamboliche), in cui dava prova di un brillante virtuosismo. Proclamando il principio dell'"arte per l'arte", diede inizio a quel movimento poetico che confluirà nel Parnasse contemporain. Espose la sua poetica nel Petit traité de poésie française (Piccolo trattato di poesia francese, 1872): rifiuto dell'ispirazione romantica, sostituita dal culto della perfezione formale e della disciplina; riproposta del ruolo centrale della rima e dell'imitazione degli antichi ritmi della poesia francese.

Sully-Prudhomme

Sully-Prudhomme, pseudonimo di René-François-Armand Prudhomme (1839-1907), originario di Parigi, dopo gli studi di diritto si accostò alla poesia con Stances et poésies (Stanze e poesie, 1865). Seguirono Les solitudes (Le solitudini, 1869) e Les vaines tendresses (Le vane tenerezze, 1875), in cui l'ispirazione intimista si esprime in moduli raffinati di gusto parnassiano. La sua notorietà è legata a vasti poemi, che illustrano le grandi conquiste del progresso e della scienza (La justice, La giustizia, 1878; Le bonheur, La felicità, 1888). Fu insignito del Nobel per la letteratura (1901).