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Epopea e mito

Più che rappresentazione o comprensione della realtà, nei romanzi di Hugo c'è la creazione di un mito totale, la proiezione simbolica dei propri fantasmi e delle proprie angosce in una dimensione epica. Egli stesso dichiara che nei Miserabili ha voluto rappresentare "il cammino dal male al bene, dall'ingiusto al giusto, dal falso al vero, dall'appetito alla coscienza, dal marciume alla vita, dalla bestialità al dovere, dall'inferno al cielo, dal niente a Dio". I miserabili sono stati uno dei romanzi più letti di tutti i tempi. Tuttavia non si possono non vedere i gravi limiti di un'opera schiacciata dal peso della sua stessa ambizione. Enorme, prolisso, magniloquente, macchinoso, il capolavoro di Hugo scade spesso nel melodramma, nel patetico. L'analisi psicologica è praticamente assente, sostituita da una tipizzazione estrema, utilizzata per accostamenti di grande effetto. Restano il fascino di alcune immagini insistenti e inquietanti (i sotterranei, le grotte, gli abissi, le scale, le fogne di Parigi), la potenza poetica di alcune scene di massa, l'autenticità della pietà umana per gli umili e i reietti della società.