Stendhal

Romanzo d'analisi e romanzo borghese

Una delle caratteristiche più significative della narrativa di Stendhal è la sintesi strettissima fra condizioni storiche e sociali e moventi psicologici. Il romanzo non si rivolge più al passato ma al presente, alle condizioni mutevoli della società, colte nei riflessi sulle esistenze individuali. Vengono così a fondersi in modo originale la tradizione del romanzo sociale e borghese del Settecento inglese (soprattutto Henry Fielding) e la tradizione tutta francese del romanzo d'analisi, a partire da Mme de la Fayette. Il realismo con cui egli si pone davanti agli avvenimenti non rientra nelle categorie dello storicismo romantico; la sua rappresentazione procede attraverso un'analisi del cuore umano fondata sulla psicologia classica moralista, nel solco della tradizione empirica e razionale della filosofia settecentesca. La consapevolezza della dura realtà storica e l'impossibilità romantica di accettarla generano la sua oscillazione tra autobiografia e romanzo, tra insoddisfazione della vita vissuta e finzione romanzesca avvertita almeno in parte come compensazione. Tuttavia quella sfasatura non assume mai le forme della fuga dalla realtà o della nausea della vita. Anzi, in tutte le sue opere Stendhal ritrova i presupposti settecenteschi della sua cultura, le sue convinzioni atee e materialiste ed esprime la sua propensione al godimento, al piacere, la sua urgenza di vivere intensamente. I suoi eroi perseguono un'ostinata caccia alla felicità, fanno della sfida al destino il tratto distintivo della loro esistenza, avvertono quasi il dovere di vivere. L'aggressiva affermazione di vitalità si muove fra divertimento e malinconia, energia e tenerezza, esaltazione individualista e solitudine.