Letterati e pubblico nell'età arcaica

L'origine della poesia

Il termine poesia, dal greco pòiesis, è etimologicamente connesso al verbo pôiein, “fare, creare”. La nozione racchiude quindi, in origine, il concetto di creazione, strettamente congiunto all'idea di ispirazione divina (il cosiddetto enthousiasmòs). Il poeta è infatti colui che crea solo dopo essere stato ispirato da un gruppo di divinità, le Muse, che d'improvviso lo trasportano in una dimensione di straniamento e di oblio, quasi presi da incantesimo, e gli offrono i necessari strumenti (a livello contenutistico, ma soprattutto formale) per trasmettere il messaggio rivelato, mantenendo viva l'attenzione degli ascoltatori. La poesia è dunque, innanzitutto, un dono delle Muse e i poeti ne sono intermediari.

Il carattere sacrale, specialmente in questa prima fase, giustifica e accompagna il ruolo che la poesia ricoprì anche sul piano sociale durante l'età arcaica. Essa non era concepita tanto come una creazione dell'artista per dilettare il pubblico con le sue storie e la sua abilità nel narrarle, ma rappresentò per tutti quei secoli lo strumento privilegiato (per non dire l'unico) usato per conservare il patrimonio culturale e tramandare alla memoria collettiva il sistema di valori dell'intera civiltà. È perciò che bisogna sottolineare la funzione educativa ricoperta dalla poesia nel mondo arcaico.