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  • Il prologo contro i Telchini

Il prologo contro i Telchini

Nella seconda e definitiva edizione degli Aitia i primi 38 versi sono dedicati all'esposizione della poetica callimachea: brevitas e concisione, erudizione e cura formale (il cosiddetto labor limae dell'ode oraziana), ironia e semplice metrica sono gli ingredienti sempre presenti e indubbi della poesia callimachea ed ellenistica. In alcuni versi del prologo questi concetti trovano la massima espressione: “I Telchini pigolano contro il mio canto – stolti, che non nacquero cari alle Muse – perché non in un lungo poema i re ho celebrato, in molte migliaia di versi, o gli eroi d'un tempo, ma come un fanciullo dipano un esile carme, mentre non pochi sono i miei anni. [...] è vero, io sono un poeta di pochi versi”. Infine Callimaco rivolge al lettore una raccomandazione divenuta il celebre “manifesto” della sua concezione artistica: “Percorri la strada non calpestata dai carri, spingi il cocchio non sulle orme di altri, non su larghi viali, ma per sentieri segreti, anche se vai per una calle stretta; [...] io sono tra quelli che amano il sottile fremito delle cicale, non il raglio degli asini”.