L'ellenismo

Le trasformazioni del mondo greco

Il termine “ellenismo” fu usato dallo storico Johann Gustav Droysen (1808 - 1884) per indicare il processo di diffusione della lingua e della cultura greca nel mondo mediterraneo e nel Vicino Oriente, avvenuta in seguito alle conquiste di Alessandro Magno il quale, dopo aver abbattuto l'Impero persiano e assoggettato i territori circostanti della penisola anatolica, verso ovest sottomise l'Egitto mentre verso est raggiunse i confini dell'India e della Cina. La morte prematura (323 a.C.) non gli permise di realizzare il sogno di fondere i Greci con i barbari e amalgamare insieme vincitori e vinti in nome di quell'ideale panellenico proclamato tempo prima anche da Isocrate. Dopo la morte di Alessandro il vasto impero creato dal sovrano si disgregò per le continue lotte tra i Diadochi (i successori) e si costituirono i cinque regni ellenistici: il regno d'Egitto, con capitale Alessandria; il regno di Siria, con capitale Antiochia; il regno di Macedonia, con capitale Pella; il regno di Rodi e il regno di Pergamo. Tuttavia i Regni, per le continue discordie tra i monarchi, giunsero al termine della loro esistenza e furono inglobati nella sfera d'influenza romana (a partire dalla pace di Apamea del 188 a.C.) finché caddero definitivamente sotto il dominio di Roma.

La condizione politico-economica e sociale

Con l'affermazione dei nuovi organismi statali monarchici, in Grecia tramonta pressoché istantaneamente la polis, insieme con gli ideali che l'avevano costituita. Le città greche dell'età classica, fondate sulla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, rappresentavano gli organismi centrali per la società e la cultura del V sec a.C.; con l'inizio della nuova fase storica dell'ellenismo la polis esaurisce del tutto la sua funzione autentica e viene sostituita da strutture più ampie come appunto le monarchie ellenistiche. I centri culturali più importanti divengono Antiochia in Siria, Pergamo in Misia, Pella in Macedonia e soprattutto Alessandria in Egitto. Ad Alessandria sorsero il Museo (con una serie d'importantissimi istituti scientifici) e la Biblioteca (con la più ricca raccolta di testi dell'antichità, base per la nascita e lo sviluppo della filologia e della storia letteraria).

Con la crisi della polis mutò anche e soprattutto il rapporto tra cittadino e società. Fino dall'epoca arcaica, l'uomo greco si percepiva essenzialmente come polìtes (“cittadino”), come cittadino attivamente partecipe alla vita della città; ora, invece, inserito in un mondo senza più confini, abbandona il ruolo di protagonista della vita politica e diviene un semplice suddito inserito tra gruppi di etnie diverse. Dunque l'uomo che vive durante l'ellenismo non può che concepirsi come idiótes (“individuo”), un individuo che si rifugia nella dimensione privata del proprio io. Venendo meno la dimensione collettiva ed i forti legami di solidarietà caratteristici del mondo della polis, l'uomo si sente meno cittadino, tramontano gli interessi della vita pubblica, prendono corpo due nuovi atteggiamenti: l'individualismo e il cosmopolitismo.

Ha inizio quindi un periodo di introspezione e di raccoglimento, che tuttavia non si deve intendere come un momento di decadenza, bensì di progresso e sviluppo economico-sociale. La formazione di un largo ceto medio statale che aspira a un certo grado di cultura attraverso la lettura di testi scritti (sarà soprattutto il romanzo il genere che conquisterà le masse) è il risultato di un vasto miglioramento economico e insieme la causa dell'intensificazione e del potenziamento della produzione di libri da parte di una fitta schiera di amanuensi.

Il contesto culturale

Al mutamento delle condizioni politiche, corrispose una trasformazione della vita culturale: la produzione letteraria cessò di essere espressione della vita comunitaria della polis e divenne un fenomeno dipendente dal mecenatismo delle corti. La scoperta dell'io e della dimensione privata diventa uno degli argomenti preferiti e si unisce all'interesse – fino ad ora sconosciuto – per il mondo degli affetti e per il quotidiano. Non nascendo più dalle collettive occasioni di ritrovo della polis, la poesia ellenistica esprime le esigenze della vita d'ogni giorno e cerca una rappresentazione il più possibile reale degli aspetti semplici ed umili dell'esistenza. Questo gusto realistico, che si afferma sia nell'ambito letterario sia in quello più propriamente artistico, durante l'età classica poteva rientrare nel mondo poetico solo in chiave comica.

Il ripiegamento su se stessi e l'affermazione sempre più marcata dell'individualismo si manifestano anche nel campo della filosofia e della religione. La fede negli dei del pantheon olimpico tradizionale si indebolisce mentre si diffondono i culti delle nuove divinità orientali, come Cibele, Iside e Mitra. I grandi sistemi filosofici e l'interesse per la ricerca metafisica vengono sostituiti dalle filosofie “etiche” dell'Epicureismo, dello Stoicismo e dello Scetticismo, che vogliono indicare all'uomo la via per raggiungere la felicità nell'immediato poiché del futuro nessuno è più certo.