Approfondimenti

Testimonianze antiche sulla diffusione del libro

Con l'Ellenismo il poeta comunica con il pubblico non più attraverso una declamazione diretta ma soprattutto mettendo per iscritto i suoi componimenti. Questo cambiamento sostanziale fu attestato da molti letterati vissuti nel IV sec. a.C. e attenti osservatori delle trasformazioni in atto durante il passaggio dall'età classica all'età ellenistica. Uno di questi fu Aristofane, il provocatorio commediografo che in un passo delle Rane (405 a.C.) fa allusione alla presenza di copie dell'Andromaca di Euripide (“...e appunto sulla nave mentre mi leggevo l'Andromaca per conto mio, improvvisamente...”); in un altro punto sembra voler testimoniare l'usanza degli spettatori – per altro molto discussa dai critici e non accertata – di avere tra le mani il testo della commedia per capirla meglio (“...ma forse questa è la vostra paura: che gli spettatori siano ignoranti al punto di non capire le finezze che dite. Non preoccupatevi: non è più così. La loro guerra l'hanno fatta, ognuno ha il suo libro e sa riconoscere dove c'è abilità...”). Pochi anni dopo, nel 399 a.C., Platone nell'Apologia di Socrate parla di mercanti che commerciano libri – tra cui anche quelli del filosofo Anassagora – all'interno del teatro di Dionisio sotto l'Acropoli: “...sottovaluti tanto i giudici e li ritieni tanto illetterati da non sapere che i libri di Anassagora di Clazomene pullulano di queste teorie?”. In quegli stessi anni (intorno al 400 ca a.C.), Senofonte racconta del ritrovamento di casse di libri a bordo di alcune navi naufragate vicino alle rive della Tracia testimoniando, così, che il commercio e il collezionismo di libri erano fenomeni molto diffusi. Racconta nell'Anabasi: “Qui furono ritrovati molti letti e molti scrigni, molti rotoli di papiro e molti altri oggetti che i mercanti sono soliti portare nelle loro casse.” Senofonte, inoltre, usa l'espressione “rotoli di papiro” per indicare i testi scritti che dobbiamo immaginare diversi da un attuale libro rilegato: i volumina – così venivano chiamati nel mondo latino – erano rotoli che si leggevano svolgendoli in senso orizzontale mentre la scrittura procedeva su varie colonne affiancate. Solo nella tarda antichità il papiro fu sostituito dalla pergamena, ricavata dalla pelle di animali, che, rilegata in fogli, diede vita ai primi libri, nella forma in cui li intendiamo oggi.