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  • La retorica tra V e IV secolo a.C.

La retorica tra V e IV secolo a.C.

L'arte della persuasione nacque nell'ambito della civiltà greca del sec. V a. C., in Sicilia, secondo la tradizione a opera di Corace e Tisia, la cui arte fu proseguita ad Atene da Trasimaco di Calcedonia e soprattutto da Gorgia da Lentini, primo maestro riconosciuto di retorica e famoso esponente della sofistica. Egli conferì per primo uno statuto teorico alla retorica, affermando che la validità di un discorso non dipende dalla veridicità del suo contenuto, ma dalla sua “convenienza”, cioè dalla sua funzionalità agli obiettivi di convincimento che si propone l'oratore. A lui, e in generale all'insegnamento dei sofisti, si contrappose Platone, sostenendo che la verità non può essere sostituita da un enunciato su cui, attraverso l'uso di tecniche di persuasione, si raccoglie il consenso. Pur non dimenticando l'importanza della scuola dell'ateniese Isocrate, che individuò i tre generi del discorso (deliberativo, giudiziario ed epidittico), bisogna giungere ad Aristotele e alla sua Retorica, rimasta per più di un millennio un punto di riferimento fondamentale, per giungere ad una definizione sistematica di questa disciplina. In primo luogo Aristotele afferma il valore formativo dell'arte della parola; poi studia le figure del discorso, cui riconosce un potere evocativo tale da sollecitare i sentimenti e produrre persuasione. Teofrasto, successore di Aristotele e continuatore della sua opera, indagò invece i tre livelli stilistici del discorso – umile, medio, sublime – che caratterizzano i generi letterari.