La seconda sofistica

Origini e caratteristiche

Il primo che parlò di seconda sofistica fu anche uno dei suoi massimi rappresentanti, Flavio Filostrato. Nelle Vite dei Sofisti, scritte probabilmente tra il II ed il III sec. d.C., c'è la testimonianza più completa e preziosa di questo fenomeno culturale tratteggiato da Filostrato attraverso il confronto con la filosofia dei sofisti del V e IV sec. a.C. Se la prima e la seconda sofistica si fondano entrambe sull'arte del discorso, si distinguono però per la diversità degli argomenti trattati: non più temi filosofici come gli dei, la giustizia, la virtù, il contrasto nómos (legge) - fýsis (natura), ma “tutti i soggetti particolari che la vita ci mette davanti” (Vite dei Sofisti, libro I).

La seconda sofistica si identifica con la retorica, disciplina fondamentale nella formazione delle classi dominanti greco-romane, e con l'oratoria, tecnica insegnata nelle scuole d'età imperiale e utilizzata nelle declamazioni pubbliche. Nate come esercitazioni scolastiche, le conferenze eseguite dai neosofisti sono esempi di un culto per la dissertazione elaborata e sapientemente costruita, rivolta non più al ristretto pubblico degli allievi ma alle folle presenti agli spettacoli ed alle gare di retorica. A questa finalità divulgativa risponde una produzione ricca ed eterogenea, accomunata dall'importante funzione affidata al potere comunicativo della parola. Le svariate opere concepite nell'ambito della seconda sofistica – dialoghi, trattati, libelli satirici, novelle, encomi ecc. – proseguono la strada intrapresa dalla letteratura greca, sviluppatasi sin dalle origini sotto il segno dell'oralità.