Plutarco

I Moralia

Pur non rivelando originalità di pensiero, i Moralia costituiscono un repertorio preziosissimo per la conoscenza delle idee e della cultura dell'antichità. Non è possibile ricostruirne con esattezza gli sviluppi e la cronologia, anche se i testi più antichi sembrano comunque quelli legati alle esercitazioni e in particolare alle declamazioni retoriche (come Sulle antiche glorie di Atene). Insieme ai contenuti, varia anche la forma, che predilige tuttavia, a imitazione di Platone, il dialogo, ora riferito da uno degli interlocutori, ora rappresentato direttamente. Il vivace tono discorsivo, su modello della predicazione diatribica (caratteristica della filosofia cinica), si interrompe spesso a causa dell'inserimento di lunghe sezioni espositive a scopo etico- divulgativo.

Struttura e argomenti

Sotto il nome di Moralia o Ethikà si riuniscono un'ottantina di opere – di cui alcune sono sicuramente apocrife – di genere e argomento molto diverso. Questa grande eterogeneità conferisce dinamicità alla struttura del corpus che, per comodità, può essere suddiviso in cinque parti, ciascuno costituito da gruppi di componimenti tra loro simili.

Alla prima categoria appartengono opere di carattere retorico, composte nella prima giovinezza e per lo più dedicate al tema della tychè (Sulla tyche).

Il secondo gruppo è costituito dagli scritti d'argomento filosofico-religioso: commenti ai dialoghi platonici (Questioni platoniche, Questioni conviviali, Sulla dottrina dell'anima nel Timeo); tre trattati polemici sul pensiero stoico e tre contro quello epicureo; scritti su temi quali la teodicea, l'aldilà e l'immortalità dell'anima (I ritardi della punizione divina) ed altri legati al culto delfico (Sugli oracoli della Pizia, Sulla decadenza degli oracoli, Sulla E a Delfi) o ai culti misterici (Su Iside e Osiride).

Segue poi la terza sezione destinata agli scritti divulgativi, in cui, oltre alle più consuete meditazioni di carattere etico (Sulla necessità di tenere a freno l'ira, Sulla tranquillità dell'anima, Sulla insegnabilità della virtù), appaiono temi poco frequentati dalla riflessione morale ellenica, come quelli di chiara influenza peripatetica relativi al concetto della metriopathía, equilibrio ideale di anima e corpo (Educazione dei figli, Amore fraterno, Precetti coniugali, con una convinta e affettuosa difesa dell'istituto matrimoniale).

Il quarto raggruppamento contiene gli scritti di interesse filologico-letterario tra i quali si ricordano spesso: Sulla malignità di Erodono (accusa contro Erodono, storico di Alicarnasso, per la condanna da lui espressa nei confronti dell'atteggiamento filopersiano tenuto da Tebe durante le guerre contro la Persia); Confronto tra Aristofane e Menandro (Plutarco predilige il secondo per il linguaggio più castigato e per gli aspetti educativi del suo teatro).

Nell'ultima parte gli argomenti spaziano dalle scienze (Sulla faccia della luna) alla erudizione antiquaria (Questioni greche e romane) a stranezze e curiosità (Sulla psicologia degli animali).