Il romanzo vittoriano e Charles Dickens

Introduzione

Il romanzo rappresenta il genere letterario più conforme alle consuetudini e ai valori etici, religiosi e sociali dell'età vittoriana: partito come semplice forma d'intrattenimento, che era costruita soprattutto su storie comiche o d'avventura, in questo periodo la narrazione in prosa si arricchisce gradualmente di profondità di contenuti e di finezza stilistica; i suoi temi si accrescono di problemi sociologici, psicologici, filosofici e intellettuali. Esso diviene così un valido strumento di interpretazione della condizione umana del mondo moderno. Le sue origini si fondano sulle due principali tradizioni narrative del Settecento, quella realistica, comica e picaresca di Defoe, Fielding e Smollet e quella psicologico-sentimentale di Richardson, Sterne e Goldsmith.

Nel vasto panorama di autori offerto da questo periodo, Charles Dickens è il maggiore romanziere della letteratura inglese vittoriana, perché sa interpretare perfettamente i gusti della società in cui vive: il lettore non chiede storie di fantasia ma storie di vita vera, e Dickens fa tesoro delle sue esperienze di giornalista anche stilisticamente. Il suo talento unico nasce dall'essere consapevole dei problemi sociali del suo tempo, dall'aver creato personaggi indimenticabili, dalla profonda comprensione per i conflitti e le difficoltà della vita e dall'irresistibile inclinazione per il comico.