Il movimento estetico e Oscar Wilde

Oscar Wilde

Oscar Wilde (1854-1900), uomo e letterato "eccessivo", profeta del decadentismo inglese, modellò tutta la sua vita come se fosse essa stessa un'opera d'arte, anticonformista e votata all'estetismo.

La vita come opera d'arte

Nato a Dublino da sir William, un celebre oculista studioso di tradizioni celtiche, e da lady Jane Frances, autrice di poesie patriottiche, fu educato al Trinity College di Dublino; vinse poi una borsa di studio al famoso Magdalen College di Oxford, dove si distinse negli studi classici e venne a contatto con le idee estetiche dei suoi maestri: J. Ruskin e W. Pater. Si trasferì a Londra dove, a partire dal 1879, condusse una vita mondana di stravagante estetismo, segnalandosi ben presto per le pose bizzarre e la conversazione raffinata. Nel 1881 pubblicò la raccolta Poems (Poesie) che, nonostante la mediocrità dei componimenti ­ sui quali è evidente l'influsso di Keats, Swinburne e Milton ­ e il giudizio negativo di molti critici, venne ristampata cinque volte in un anno. La sua fama aumentò dal 1882 in seguito a un giro di conferenze sull'estetismo e sui preraffaelliti negli Stati Uniti. Si trasferì quindi a Parigi, dove terminò i due drammi romantici Vera, or the nihilists (Vera o i nichilisti) e The duchess of Padua (La duchessa di Padova) e dove consolidò la sua fama di genio del paradosso e della battuta brillante. Tornato a Londra sposò Constance Lloyd, dalla quale ebbe due figli. Dal 1888 al 1891 pubblicò la maggior parte delle sue opere: le fiabe per adulti The happy prince and other tales (Il principe felice e altre novelle, 1888), Lord Arthur Savile's crime and other stories (Il delitto di lord Arthur Savile e altri racconti, 1891) e A house of pomegranates (Una casa di melograni, 1891). Sempre nel 1891 scrisse in francese, per Sarah Bernhardt, il dramma Salomé che, vietato dalla censura britannica, venne rappresentato solo nel 1896, e pubblicò due importanti saggi: Intentions (Intenzioni), sulle sue teorie estetiche, e The soul of man under socialism (L'anima dell'uomo sotto il socialismo), ispirato alle idee socialiste di Ruskin e William Morris. Nel 1891 apparve anche il romanzo The picture of Dorian Gray (Il ritratto di Dorian Gray). Fra il 1891 e il 1895 Wilde scrisse alcune famose commedie: Lady Windermere's fan (Il ventaglio di lady Windermere, 1892), An ideal husband (Un marito ideale, 1895) e soprattutto The importance of being Earnest (L'importanza di chiamarsi Ernesto, 1895), nelle quali svolgeva una feroce critica dell'epoca vittoriana attraverso intrecci e personaggi assurdi, inseriti in situazioni grottesche in una società rappresentata con un dialogo estremamente stilizzato e volutamente insensato. Con i dialoghi brillanti e gli epigrammi pungenti, Wilde riportò sulle scene inglesi quella commedia arguta che mancava dai tempi di O. Goldsmith e R.B. Sheridan; erano però assenti in esse quelle concezioni sull'arte e sulla vita presenti in altre opere, perché queste erano state scritte per il successo e per il pubblico. È un teatro dell'intelligenza: il mondo rappresentato è immateriale, puro stile, l'azione è solo pretesto per eleganti conversazioni.

La brillante carriera mondana e letteraria di Wilde ebbe un improvviso declino nel 1895, quando venne condannato a due anni di lavori forzati perché accusato e riconosciuto colpevole di omosessualità. Uscito dal carcere nel 1897 in disastrose condizioni fisiche, psicologiche e finanziarie, si trasferì a Parigi, dove morì in solitudine. A quegli ultimi anni appartengono la migliore e più famosa delle sue poesie, The ballad of Reading gaol (La ballata del carcere di Reading, 1898) e la lunga epistola confessione all'amico lord Alfred Douglas (responsabile dell'accusa di omosessualità), il cui testo integrale, intitolato De profundis, fu pubblicato nel 1961.

"Il ritratto di Dorian Gray"

Il romanzo narra la vicenda di un giovane che, pur abbandonandosi a vizi di ogni genere, ottiene per mezzo di una sorta di magia di conservare intatta la propria bellezza, mentre il suo ritratto, invecchiando, mostra progressivamente i segni della sua corruzione fino a divenire specchio del suo vero essere e continuo rimprovero della sua vita dissoluta. Sopraffatto dai sensi di colpa, Dorian pugnalerà il ritratto e, come avesse pugnalato se stesso, cadrà morto all'istante. Contemporaneamente, il ritratto riprenderà le primitive bellissime fattezze del giovane e il cadavere l'aspetto orribile e disgustoso del quadro.

L'opera, con la quale Wilde voleva criticare la morale corrente e la nozione vittoriana dell'arte come strumento didattico, fu ritenuta da critici e pubblico scandalosa, immorale e soprattutto pericolosa per i giovani, ma allo stesso tempo ebbe una risonanza straordinaria, anche perché nel personaggio di Dorian si volle vedere lo stesso autore. Il romanzo in effetti rifletteva l'anticonformismo di Wilde e il concetto estetico fonte d'ispirazione per tutta la sua vita. Fu ritenuto una sorta di "manifesto" del decadentismo inglese, poiché ne evidenziava i principi fondamentali: il culto della bellezza; la scelta di una vita al di là della morale comune; la teoria della "spiritualizzazione dei sensi" come soluzione alla dicotomia fra sensi e spirito; il capovolgimento del principio dell'arte imitatrice della vita in quello della vita che imita l'arte.