Apuleio

Lo stile e la fortuna di Apuleio

Al di là dei significati simbolici o della possibile lettura autobiografica attraverso l'identificazione della curiosità di Lucio con la sete di sapere di Apuleio, l'opera è particolarmente felice per la vivace fantasia e per la freschezza narrativa che sa alternare con ritmo incalzante i più diversi generi letterari. Pienamente in possesso delle regole della nuova retorica, le utilizza con grande perizia: ritmo, allitterazioni, omoteleuti, assonanze, rime, antitesi, giochi di parole e altre ricercatezze rendono interessante la lettura. È uno stile personalissimo e originalissimo, caratterizzato da un vocabolario enormemente ricco di arcaismi e di tonalità arcaicizzanti, di neologismi, di parole gergali della lingua popolare e di termini tecnici e poetici: ora è un linguaggio alto ed enfatico, ora triviale e realistico. Apuleio è abilissimo a mescolare i toni espressivi e si allontana sia dal classicismo sintattico severo di Cicerone sia dall'incisiva brevità di Sallustio o di Tacito e adotta una struttura più duttile.

Apuleio ebbe, già presso i contemporanei, fama di mago, di iniziato ai sacri misteri, di taumaturgo: Lattanzio un secolo più tardi lo accomuna ad Apollonio di Triana, mentre Agostino, pur non ritenendolo un mago e ammirandolo, lo considera uno scrittore pericoloso. Dopo il ritrovamento da parte del Boccaccio del suo manoscritto, ebbe traduzioni e grande fortuna: a lui devono molto il romanzo picaresco spagnolo, le fiabe e novelle europee.