Orazio

Contenuto degli Epodi

I Orazio dichiara con fermezza di essere pronto a seguire l'amico Mecenate nella guerra contro Antonio e Cleopatra.

II In 33 distici fa un elogio entusiastico della serenità della vita agreste, messo ironicamente in bocca a un usuraio ipocrita.

III Il poeta rimprovera Mecenate di averlo quasi avvelenato a una cena con una pietanza fortemente agliata.

IV Invettiva contro un liberto arricchito, giunto alla carica di tribuno in virtù della rivoluzione sociale, che ostenta per Roma il suo denaro.

V Invettiva contro la maga napoletana Canidia, macchiatasi di delitti orrendi per preparare le sue pozioni magiche.

VI Invettiva contro un poeta che diffamava i deboli e non osava attaccare Orazio, conoscendone la violenza dei giambi.

VII Rimprovero ai cittadini romani per aver ripreso le lotte civili dopo l'uccisione di Cesare; condanna della guerra.

VIII Contro una vecchia donna lussuriosa e corrotta, cui il poeta scaglia ingiuriosi oltraggi.

IX Invito rivolto a Mecenate, rimasto a Roma, di festeggiare la vittoria su Cleopatra, di cui compaiono chiari indizi.

X Augurio al poetastro Mevio, che criticava gli scritti di Virgilio e di Orazio, di far naufragio in mare.

XI Confessione a Pettio in cui dichiara di non poter più scrivere versi perché preso da amore per la giovane Licisca.

XII Invettiva contro una vecchia prostituta insaziabile di piaceri.

XIII Probabilmente il primo epodo a essere composto; è un invito ai compagni d'arme a brindare sotto la tenda alla vigilia della battaglia di Filippi e ad approfittare di questa gioia perché la vita è breve.

XIV È una lettera di scuse a Mecenate cui non ha inviato una poesia promessa, perché l'amore per Frine gli ha impedito di scrivere.

XVTriste constatazione del tradimento di Neera che, dopo avergli giurato fedeltà, si è data a un altro uomo.

XVIInvito ai concittadini, che hanno di nuovo ripreso la lotta fratricida, a lasciare Roma per recarsi alle isole Fortunate, dove gli uomini non sono mai arrivati a portare disgrazie.

XVIIInvettiva ancora contro la fattucchiera Canidia, cui Orazio finge di chiedere perdono.