Orazio

La fortuna di Orazio

Orazio ebbe nel tempo non tanto imitatori quanto estimatori; Ovidio ne riconobbe la perfezione tecnica e Quintiliano sostenne che era l'unico poeta degno di essere letto. Entrò presto nel numero degli autori studiati nelle scuole e fu commentato nei primi secoli dell'era volgare. Nel Medioevo fu apprezzato come poeta didascalico: Dante lo citò come "Orazio satiro" e lo collocò nel Limbo con i grandi poeti classici, Omero, Ovidio e Lucano. Nell'Umanesimo e nel Rinascimento la sua poesia fu assunta come modello di classicità e anche l'Ars poetica fu un esempio autorevole. L'opera oraziana venne apprezzata per l'eleganza e la raffinatezza nell'epoca illuministica; restò estranea alla cultura romantica, ma Leopardi ne riconobbe la superiorità e ritenne imprescindibile lo studio delle sue opere anche per la sua età, in quanto rappresentative della cultura classica.