Il rinnovamento delle poetiche

La poesia ermetica di Celan

Nato da genitori ebrei ortodossi di lingua tedesca, cittadino romeno, Paul Celan, pseudonimo di Paul Antschel (Czernowitz, Bucovina, 1920 - Parigi 1970), è comunemente ritenuto il più importante autore della poesia ermetica tedesca.

La vita

Si formò alla poesia leggendo Heine, Apollinaire ed Esenin, ma prediligendo su tutti Rilke, così come, nella prosa, i suoi primi numi tutelari furono lo Hofmannsthal della Lettera di Lord Chandos e il Kafka di Un medico di campagna. Ma il suo orizzonte letterario si fece gradualmente sempre più vasto, accogliendo anche Trakl, Novalis, Mörike, Hölderlin e, negli anni, molti altri, fra i quali in particolare Mandel'štam. In seguito al patto Molotov-Ribbentrop, Czemowitz, la.sua città natale, passò all'Unione Sovietica nel giugno 1940. Ma dopo l'invasione russa sopraggiunse quella nazista: iniziatasi la guerra della Germania contro 1'Unione Sovietica il 22 giugno 1942, le truppe tedesche invasero due settimane più tardi Czernowitz e diedero inizio alle persecuzioni contro la popolazione ebraica. Gli stessi genitori di Celan vennero deportati nei campi di sterminio, in Transnistria. Egli stesso subì due anni di lavori forzati, ai quali si aggiunse il dolore per la morte prima del padre e poi della madre.

Terminata la guerra, dal 1945 visse prima a Bucarest pubblicando poesie surrealiste in lingua romena, poi, dalla fine del 1947, a Vienna, dove uscì la sua prima raccolta di versi in tedesco, La sabbia delle urne (Der Sand aus den Urnen, 1948), che in seguito rifluirà quasi interamente in quello che Celan considera il suo primo libro Papavero e memoria (Mohn und Gedachtnis, 1952), composto dopo essersi trasferito a Parigi (1948). Fecero seguito altre raccolte: Di soglia in soglia (Von Schwelle zu Schwelle, 1955); Grata di parole(Sprachgitter, 1959); La rosa di nessuno (Die Niemandrose, 1963); Svolta del respiro (Atemwende, 1967); Filamenti di sole (Fadensonnen, 1968); Luce coatta (Lichtzwang, 1970, post.); Parte di neve (Schneepart, 1971, post.); Dimora del tempo (Zeitgehöft, 1976, post.). Morì suicida, gettandosi nelle acque della Senna dal ponte Mirabeau, ossessionato dal ricordo del campo di concentramento nazista e dalla tragedia dei sopravvissuti.

L'opera poetica

Immaginifiche, elegiache, oscure, tanto da far parlare di "poesia da droga", le prime composizioni di Celan avevano invero uno stretto rapporto con la realtà. Nelle raccolte successive, egli però ridusse all'essenziale la propria lingua, facendo addirittura del silenzio il perno del suo linguaggio poetico. Ciò appare evidente in Grata di parole e soprattutto nelle più accessibili poesie di La rosa di nessuno, considerate, con quelle di Svolta del respiro, le sue migliori.

Questa trilogia rappresenta infatti il vertice dell'arte poetica dell'autore. Grata di parole allude sin dal titolo alla difficoltà insuperabile di porsi in contatto con il mondo dei dannati, di quei poveri occhi che sbucavano dalle feritoie dei vagoni piombati in marcia verso i campi di sterminio. Gli occhi muti delle vittime, le orbite vuote e spente, i volti velati, mineralizzati con cui si sarebbe voluto scambiare uno sguardo ma che il morire sottraeva inesorabilmente per sempre: "Occhi, ciechi al mondo, dentro / le crepe del morire: vengo, io, / con più durezza in cuore. Vengo". Nella Rosa di nessuno Celan insiste sul "Nessuno" come cifra di un annichilimento in cui a Dio stesso spetta il luogo irredimibile del negativo, il silenzio greve oscurato dal male più vasto. Svolta del respiro contiene un nucleo compatto e di rara bellezza, incentrato su una figura femminile muta e presente interlocutrice, madre/sposa/sorella.