L'espressionismo

Voci della poesia espressionistica

Di famiglia ebraica (lasciò il Paese all'avvento del nazismo), la poetessa Else Lasker-Schüler (Elberfeld 1869 - Gerusalemme 1945) fu una delle voci più intense dell'espressionismo lirico tedesco. Influenzata dallo stile della Bibbia, compose, dopo Stige (Styx, 1902), I miei miracoli (Meine Wunder, 1911), le Ballate ebraiche (Hebräische Balladen, 1913), smaglianti di suggestioni erotiche, di appassionati viaggi fra cielo e terra e di resuscitate figure bibliche. Il suo canto diviene più sommesso nell'ultima raccolta, Il mio pianoforte azzurro (Mein blaues Klavier, 1943). È anche autrice di saggi, di racconti, tra cui Il principe di Tebe (Der Prinz von Theben, 1914), e del dramma quasi naturalistico La Wupper (Die Wupper, 1909).

Georg Heym (Hirschberg, Slesia, 1887 - Berlino 1912) fu uno dei primi e più singolari lirici dell'espressionismo. Ribelle verso la famiglia e le istituzioni, fu ammiratore di Kleist, Baudelaire, Rimbaud, Verlaine. Le sue poesie sono pervase da un senso d'orrore per la solitudine dell'individuo nella morsa della città moderna e della massa, e sembrano presagire la catastrofe della guerra che sovrastava l'Europa. Alle raccolte poetiche Il giorno eterno (Der ewige Tag, 1911) e Umbra vitae (1912) seguirono i racconti Il ladro (Der Dieb, 1913, postumo) e i sonetti Maratona (Marathon, 1914, postumo).

Il poeta e narratore Johannes Robert Becher (Monaco 1891 - Berlino 1958) ebbe un'esistenza inquieta: a diciannove anni uccise una ragazza e ferì gravemente se stesso nel tentativo di imitare Kleist. Nel 1914 fu renitente alla leva e poco prima dello scoppio della guerra pubblicò il volume di poesie in stile espressionistico Decadenza e trionfo (Verfall und Triumph, 1914). Aderente nel 1918 all'associazione spartachista, comunista dal 1919, scrisse un romanzo antimilitaristico, Il cadavere sul trono (Der Leichnam auf dem Thron, 1926), che gli procurò un processo per alto tradimento, poi non celebrato per le proteste, tra gli altri, di Mann e B. Brecht. Nel 1933 emigrò a Mosca, dove si andò allineando al realismo socialista. Rientrato nella Germania Orientale nel 1945, operò attivamente all'edificazione dello Stato comunista fondando la casa editrice Aufbau Verlag, scrivendo l'inno della Repubblica Democratica Tedesca (1949) e infine ricoprendo la carica di ministro della Pubblica istruzione (1954-58).