Letteratura e politica

Il '68 e la letteratura

Nella seconda metà degli anni Sessanta, la generazione nata vent'anni prima iniziò a definirsi come corpo politico protestatario e ribelle entro la vita del paese. L'opinione pubblica iniziò a odiare quei “pericolosi estremisti”, anche per la campagna montata dalla “Bildzeitung” (quattro milioni di copie vendute) del gruppo editoriale Springer. Sottoposti a un'università organizzata ancora in modo autoritario e contrassegnata da immobilismo intellettuale, incapaci di sopportare la reticenza dei padri nell'affrontare le responsabilità etico-politiche del nazismo, quei giovani avevano accolto inoltre l'eco delle proteste provenienti dagli Stati Uniti contro la guerra in Vietnam, e dunque avevano deciso la lotta contro il sistema governato dall'alleanza politica dei cristiano-sociali e dei socialdemocratici. Quando il leader della Lega degli studenti socialisti, Rudi Dutschke, subì un attentato, gli scontri con la polizia si fecero più violenti, tanto che contro gli studenti vennero varate leggi di emergenza.

Attenti ai messaggi filosofico-politici della Scuola di Francoforte, sensibili alla protesta degli studenti, anche i letterati si schierarono, ma soprattutto s'interrogarono sulle funzioni e il ruolo della scrittura e i canoni estetici a cui ispirare la poetica. Vi fu chi si fermò su posizioni più moderate (Grass, S. Lenz, Böll), non tanto e non solo politicamente, quanto piuttosto in relazione al coinvolgimento della propria attività di scrittore e al tono complessivo da assegnare alla prosa; altri invece (Enzensberger, Wallraff, Kluge) vollero arrivare a pensare un'estetica rivoluzionaria e un nuovo ruolo dell'intellettuale, artista e letterato, entro il sistema sociale.

Tra i principali teorici della rivolta studentesca, Peter Schneider (Lubecca 1940) ha lasciato un'importante raccolta dei suoi interventi in Allocuzioni, discorsi, appunti, poesie (Ansprachen, Reden, Notizen, Gedichte, 1970). Improntati a una severa meditazione sul recente passato, i romanzi Lenz (1973), Nemico della Costituzione (...schon bist du ein Verfassungsfeind, 1975) e Il saltatore del muro (Der Mauerspringer, 1982).

Scrittore e giornalista Hans Günther Wallraff (Burscheid, Colonia, 1942) trasse dalla sua esperienza di operaio una serie di reportages diretti contro il sistema politico-sociale, tra cui Indesiderabili (Unerwünschte, 1970) e Voi lassù noi quaggiù (Ihr da oben wir da unten, 1973); con successive pubblicazioni attaccò l'impero giornalistico dell'Axel Springer Group; con il libro-inchiesta Faccia di turco (Ganz unten, 1985) ha rivelato le durissime condizioni in cui vivono i lavoratori stranieri. Altre opere: Consultazione degli atti (Akteneinsicht, 1987) e Sulla fine dell'epoca glaciale (Vom Ende der Eiszeit, 1987).