Nuove tendenze letterarie

Avanguardia e poesia sperimentale

Negli anni Cinquanta la poesia di lingua tedesca ha conosciuto una brillante stagione grazie soprattutto al “Gruppo di Vienna”, fervido movimento d'avanguardia composto da radicali sperimentatori del linguaggio, ironici e giocosi inventori linguistici in cerca di liberare le parole dalle codificazioni standardizzate della comunicazione e del sistema letterario. Ma naturalmente quei membri del “Gruppo di Vienna” non furono gli unici protagonisti del rinnovamento della poesia. Altri intervennero, e fra costoro un ruolo primario venne svolto dai fautori della “poesia concreta”, per esempio da Eugen Gomriger, con le sue Costellazioni (Konstellationen, 1953-68), ed Ernst Jandl.

Artmann

Il poeta austriaco Hans Carl Artmann (Vienna 1921) fu uno dei principali rappresentanti dell'avanguardia austriaca, fondatore e protagonista del “Gruppo di Vienna” (la Wiener Gruppe di cui redasse anche il manifesto poetologico Proclama in otto punti dell'atto poetico, Acht-Punkte Proklamation des poetischen Aktes, 1953). Questo gruppo viennese era composto da letterati desiderosi di cogliere la gratuità della poesia intesa come espressione non mercificabile, gesto vitale aperto sia all'immediatezza del sentire, sia ad ardite costruzioni fonetiche, tecnicismi e capricci verbali o beffardi giochi di parole. Capofila di questa schiera di artisti della poesia visiva e concreta, Artmann si è richiamato nella sua opera alle suggestioni e conquiste del surrealismo e del dada, e alla tradizione della commedia dialettale viennese. È autore di poesie, testi per cabaret, pastiches e prose difficilmente ascrivibili a un preciso genere letterario. Si ricordano: le liriche Drakula Drakula (1973), Una lettera biancogiglio dal Lincolnshire (Ein lilienweißer Brief aus Lincolnshire, 1976) e Il sole era un uovo verde (Die Sonne war ein grünes Ei, 1982); i volumi di prosa Messaggio racchiuso nel verde (Grünverschlossene Botschaft, 1967) e Quanto vuoi, tesoruccio? (How much, Schatzi?, 1971).

La “poesia concreta” di Jandl

Elaborata per primo da Eugen Gomriger, la “poesia concreta” gioca a sperimentare la materialità del linguaggio, esaltandone gli aspetti acustici e fonetici, e impugnando le aspirazioni della sua funzione semantica sia a rinvii estatico-religiosi e a tramiti metafisici, sia a significati invariabili e precostituiti. Esponente di questa “poesia concreta”, erede delle avanguardie del primo Novecento, vicino al “gruppo di Vienna” senza esserne membro, l'austriaco Ernst Jandl (Vienna 1925) ha prodotto testi visuali e poesie foniche accompagnate da disegni, ottenendo notevoli risultati sul piano di una lettura grottesca della società. Si ricordano: Altri occhi (Andere Augen, 1956), Suono e Luisa (Laut und Luise, 1966), Fumetti (Sprechblasen, 1968), Per tutti (Für alle, 1974), La lavorazione del berretto (Die Bearbeitung der Mütze, 1978) e Autoritratto del giocatore di scacchi come orologio che beve (Selbstporträt des Schachspielers als trinkende Uhr, 1983). È anche autore di radiodrammi e drammi.

Gli esercizi linguistici di Heißenbüttel

Originale rappresentante della poesia sperimentale, Helmut Heißenbüttel (Rüstringen, Wilhelmshaven, 1921) ha inteso riprodurre la frammentarietà della realtà moderna alterando i consueti schemi sintattici della comunicazione linguistica tradizionale. Con l'obiettivo di una forma espressivo-comunicativa sottratta all'appiattimento acritico e massificante dei processi linguistici convenzionali, Heißenbüttel ha decostruito la struttura soggetto/predicato/oggetto della proposizione. L'invenzione dell'autore e la ri-produzione del lettore divengono così “esercizi” creativi di un nuovo mondo di significati autonomi. Le raccolte più note di Heißenbüttel sono: Combinazioni (Kombinationen, 1954); Topografie (Topographien, 1956); la serie dei Testi (Textbücher, 1960-62), che raccolgono poesia e prosa. Oltre questa sua prevalente produzione poetica, si ricordano anche il romanzo La fine di d'Alembert (D'Alemberts Ende, 1970) e le brevi storie di Non c'è più niente da aggiungere (Mehr ist dazu nicht zu sagen, 1983).