Il dissesto idrogeologico

Con questo termine si indicano condizioni di degrado del territorio tali da provocare catastrofi, quali alluvioni e frane, in conseguenza di fenomeni naturali (per esempio, le precipitazioni meteorologiche) di notevole intensità o durata.

Le alluvioni, in terreni pianeggianti, e le frane, in terreni montani e collinari, sono principalmente legate all'azione erosiva delle acque superficiali e alla natura dei suoli; tuttavia, il loro manifestarsi può essere notevolmente ridotto o intensificato dall'attività dell'uomo: per questo motivo assume particolare importanza una corretta gestione del territorio attraverso opportuni interventi di prevenzione.

Le alluvioni

Comunemente, per alluvione s'intende lo straripamento delle acque di un fiume o di un torrente, che si manifesta in zone pianeggianti in occasioni di piene improvvise, provocate da precipitazioni di eccezionale durata o intensità: più precisamente esse vengono indicate col termine di inondazioni (in geologia, il termine alluvione indica l'accumulo di detriti inorganici e organici che il corso d'acqua deposita man mano che perde velocità).

Dopo essere stata assorbita dal suolo, fino alla sua saturazione, l'acqua piovana scorre in superficie, raggiungendo rapidamente il fondovalle e incrementando di colpo la portata dei torrenti e dei fiumi, da cui straripa se gli argini non sono sufficientemente alti.

Se da un lato il rischio alluvionale è legato alle caratteristiche del territorio e ai fenomeni meteorologici, tuttavia alcuni interventi umani aumentano la possibilità che le alluvioni si verifichino. Per esempio, il disboscamento favorisce l'incremento della velocità di ruscellamento (scorrimento) delle acque piovane e, con essa, anche la quantità di detriti che le acque erodono e trasportano nei corsi d'acqua: questi materiali si depositano soprattutto nel basso corso del fiume e contribuiscono a innalzarne il letto fino alla formazione dei fiumi pensili, il cui letto fluviale è più alto della pianura circostante. L'incauta cementificazione dell'alveo dei fiumi fa aumentare la velocità di scorrimento delle acque fluviali. In questo modo giungono a fondovalle e nelle pianure masse d'acqua assai superiori all'effettiva capacità dell'alveo e si determina l'inondazione, il cui rischio aumenta se il fiume è pensile.

La probabilità che si verifichino delle alluvioni si riduce attraverso opportune opere di prevenzione: tra esse distinguiamo interventi a monte, tesi a consolidare i pendii (intensificare il rimboschimento o sistemare gabbioni e reti metalliche di contenimento) e a ridurre la velocità delle acque (ridurre le pendenze del territorio per mezzo di terrazzamenti o regimare le acque di un torrente mediante delle briglie), e interventi a valle (lasciare libere da costruzioni le zone golenali, cioè quelle in cui i fiumi sfogano le loro piene, innalzare gli argini e, dove è possibile, dragare il letto dei fiumi per asportare l'eccessivo accumulo di detriti).

Le frane

Le frane sono processi geologici che comprendono tutti i fenomeni di distacco e di caduta di masse rocciose o di materiali sciolti dovuti alla gravità, che si manifestano in zone collinari o montuose, dove le pendenze sono tali da creare condizioni di instabilità.

In una frana si possono riconoscere tre parti fondamentali:

  • la zona, o nicchia, di distacco;
  • la zona di accumulo, o corpo di frana;
  • l'alveo di frana, che corrisponde al tratto percorso dal materiale in movimento.

La nicchia di distacco può essere a contorni netti, delimitata da una scarpata a pendenza maggiore di quella del versante circostante, oppure può essere segnata da una linea incerta, articolata in fessure e fenditure che indicano la probabile prosecuzione del movimento verso monte.

Il corpo di frana può trovarsi quasi addossato alla nicchia là dove la traslazione è contenuta, oppure, quando il movimento è rilevante, può trovarsi nettamente più a valle. In questo caso il collegamento tra l'elemento iniziale e terminale della frana è dato dall'alveo di frana, di forma concava e più o meno allungata, che può in parte essere ricolmato da materiale abbandonato lungo il percorso o dall'apporto di materiale successivo al movimento principale. Quando una frana ha una forte energia cinetica, il materiale franoso può raggiungere la base del versante e risalire in parte il pendio opposto della valle, fungendo da diga provvisoria.

Le cause delle frane possono essere di tipo predisponente o determinante.

Sono cause di tipo predisponente la presenza di forti dislivelli, la persistenza di un piano potenziale di movimento, l'erosione al piede di un versante in roccia coerente, l'incisione di una scarpata artificiale durante la costruzione di una strada.

Sono cause di tipo determinante l'appesantimento del versante stesso con una forte nevicata o con manufatti, un sisma improvviso, una pioggia breve e intensa, che imbeve la massa a monte finché non viene superata la resistenza al taglio.

Nel mondo i movimenti franosi provocano migliaia di vittime ogni anno e sono caratteristici dei paesi geologicamente giovani e attivi, dove il territorio non viene adeguatamente protetto; l'Italia è una delle nazioni maggiormente colpite dalle frane.

Tra gli interventi di prevenzione delle frane e dei danni che possono provocare ricordiamo:

  • opere tese a consolidare e stabilizzare i pendii (rimboschimento e sostegni quali muri, gabbioni o reti metalliche);
  • limitazioni al tipo di costruzioni sui pendii, in base alla loro costituzione e alla loro stabilità;
  • verifica continua del grado di stabilità dei versanti più soggetti a rischio di frane.