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La guerra di Corea

In seguito agli accordi intercorsi tra le grandi potenze dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Corea fu divisa in due zone d'influenza: quella a nord del 38° parallelo fu assegnata alla sfera sovietica, quella a sud agli occidentali. A nord fu varato un esecutivo guidato dal comunista Kim II Sung, a sud un gabinetto nazionalista affidato a Syngman Ree. Tra le due zone, per effetto della “guerra fredda”, si instaurarono forti tensioni: del resto nessuna delle due parti era disposta ad accettare la divisione del paese. Il 25 giu. 1950, ricevuti aiuti militari da Mosca, Kim Il Sung sfondò la linea del 38° parallelo intenzionato ad abbattere il regime di Ree (arrivò fino a Seul): Truman, allora, ordinò l'intervento dell'esercito americano. Kim Il Sung arretrò fino al confine, ma la decisione cinese di inviare volontari al fianco dei comunisti riportò le armate del nord in una condizione di superiorità. Nel genn. '51, esse tornarono a minacciare Seul. Il comandante statunitense MacArthur, in questa situazione, pensò di ricorrere alla bomba atomica contro la Cina, ma dovette scontrarsi con il veto di Truman che lo destituì. Il 10 lug. 1951, mentre i combattimenti languivano intorno al 38° parallelo, iniziò la Conferenza di Pace di Keasong terminata con la restaurazione dello status quo ante.