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Il post-comunismo nell'Europa dell'Est

Chi pensava che la caduta del comunismo significasse l’immediata fine delle difficoltà nei paesi satelliti e nella stessa ex-URSS, è stato parzialmente smentito. Nonostante gli sforzi compiuti per tentare di risollevare le vessate economie, nella maggior parte degli Stati queste ultime hanno stentato a riprendersi negli anni immediatamente successivi alla caduta del muro. II persistere della crisi economica e la disoccupazione convinsero in alcuni casi una parte dell’opinione pubblica cresciuta nel comunismo a ridare fiducia a formazioni politiche dirette eredi dei vecchi partiti comunisti. In Polonia, ad esempio, alle elezioni presidenziali del novembre 1995 il candidato ex-comunista Alexander Kwesnieski ottenne il 51,43 dei voti, sconfiggendo così la concorrenza di Walesa. Ad analoghi, ma temporanei successi, andarono incontro gli ex-comunisti confluiti nel partito socialista ungherese e quelli di Ion Iliescu in Romania. Ultimo episodio di transizione guidata da un ex è la Russia, dove il presidente Vladimir Putin (2000-2008) vanta un passato come funzionario del KGB.