Verso nuovi equilibri

L'apartheid in Sudafrica

Quando, nel 1948, il potere in Sudafrica passò al Partito Nazio­nale dei discendenti dei coloni olandesi (afrikaner), venne in­trodotta nel Paese una politica di separazione razziale, nota con il termine di origine boera "apartheid". Questa prevedeva la divisione di tutti gli ambienti di convivenza tra i bianchi e gli altri gruppi etnici. Negli anni '50 vennero introdotte leggi aperta­mente razziste (proibivano, ad esempio, i matrimoni misti). L'a­partheid fu condannata ufficialmente dall'ONU nel 1962: i Pae­si dell'Organizzazione furono invitati a boicottare econo­micamente il Sudafrica e a rompere le relazioni diplomatiche. Le popolazioni nere, nel frattempo, si organizzarono in un'op­posizione guidata dall'azione del National African Congress. La politica dell'apartheid fu allentata solo negli anni '80 in se­guito alle pressioni internazionali; nel 1994, grazie al presiden­te Frederik De Klerk e al leader nero Nelson Mandela, si sono avute le prime elezioni libere nel Paese.