Gehlen, Arnold

filosofo e antropologo tedesco (Lipsia 1904-Amburgo 1976). Allievo di Max Scheler, studiò all'Università di Lipsia, quindi insegnò prima in quella di Francoforte e, in seguito, a Vienna, ma alla fine della seconda guerra mondiale venne privato della cattedra per la sua adesione al nazionalsocialismo. Studioso sensibile all'integrazione di discipline diverse, concentrò la sua ricerca sul rapporto fra condizione umana e attività tecnica e produttiva in una prospettiva vigorosamente antispiritualistica. Nella sua opera di maggior spicco, L'uomo. La sua natura e il suo posto nel mondo (1940, rivisto in edizioni successive; trad. it. 1983), Gehlen, criticando il valore metafisico della tradizione filosofica, sviluppa la sua precedente fenomenologia dell'esistenza in antropologia filosofica, al cui centro sta l'uomo inteso come “essere carente”. Tale intrinseca debolezza dell'uomo, essere “che agisce”, biologicamente “non specializzato”, ha determinato per Gehlen la necessità da parte della specie di dominare la natura e l'ambiente. Le istituzioni sociali, il sistema simbolico e lo stesso linguaggio si sviluppano, perciò, come strumenti indispensabili per canalizzare e governare la complessa esperienza esistenziale e la pressione degli istinti: Antropologia filosofica e teoria dell'azione (1963; trad. it. 1990).

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