Gerbner, George

sociologo statunitense di origine ungherese (Ungheria 1919-2005). Abbandonata l'Ungheria allo scoppio della seconda guerra mondiale, emigrò prima in Italia e in Francia, poi in Messico e a Cuba e infine negli Stati Uniti, dove si è laureato in giornalismo e ha ottenuto, nel 1943, la cittadinanza statunitense. Docente di giornalismo al John Muir College, è diventato nel 1956 professore all'Institute of Communications Research dell'Università dell'Illinois. Dal 1964, e per trent'anni, ha ricoperto la carica di preside della Annenberg School of Communications della Pennsylvania University di Philadelphia. Gerbner ha dato un grande contributo agli studi di comunicazione, approntando la cosiddetta “teoria della coltivazione”, secondo la quale la televisione riveste un ruolo dominante nel modellamento della società contemporanea, grazie alla sua capacità di porsi come “narratore” pressoché esclusivo, creando il mondo simbolico del contesto quotidiano e quindi “coltivando” la nostra percezione della realtà. Tra le sue opere: Communications Technology and Social Policy: Understanding the New “Cultural Evolution” (1973, con L. Gross e H. Melody), Mass Media Policies in Changing Cultures (1977; trad. it. Le politiche dei mass media: evoluzione e trasformazione del sistema mondiale delle comunicazioni di massa), World Communication: A Handbook (1983), Beyond the Cold War: Soviet and American Media Images (1991), Triumph of the Image. The Media’s War in the Persian Gulf . An International Perspective (1992), The Global Media Debate: its Rise, Fall and Renewall (1993), Invisible Crises: What Conglomerate Media Control Means for America and the World (1996). Nel 2000 è uscita una raccolta di suoi scritti, Telling All Stories.

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