Kūsh

regno di cui si ha notizia per la prima volta agli inizi della XII dinastia egizia (intorno al 1970 a. C.); il complesso degli oggetti rinvenuti in scavi eseguiti a Kerma fa però ritenere che già prima del 2000 a. C. fosse un regno bene organizzato. Esso si estendeva tra la località di Amara sul Nilo a sud del rilievo montagnoso del Batn al-Hogar e la quarta cateratta, con capitale Kerma. Gli abitanti erano agricoltori di razza nera secondo alcuni, di razza mediterranea secondo altri. Soggiogato da Sesostri III (XII dinastia), riacquistò la propria indipendenza allorché gli Hyksos invasero l'Egitto (sec. XVI a. C.) alleandosi con il faraone di Kūsh, che estese la sua autorità sino alla prima cateratta. Sotto la XVIII dinastia egiziana i territori tra la prima e la quarta cateratta, incluso quindi il regno di Kūsh, divennero parte integrante dell'Egitto e assunsero il nome di Nubia. A capo di essi fu nominato un viceré, membro della famiglia faraonica, col titolo di “figlio di re in Kūsh”. In breve il regno di Kūsh fu egizianizzato. La sua potenza divenne tale che quando, verso la fine della XX dinastia, scoppiò la guerra civile, il re di Kūsh intervenne col suo esercito ristabilendo l'ordine a Tebe e nominando il sacerdote capo del celebre tempio di Ammone (1085). Dopo questi eventi seguirono circa tre secoli di totale oscurità sino a quando, intorno all'800 a. C., si trovano tracce di un regno Napata, fondato probabilmente da un capo di Kūsh, che proseguì fino all'inizio del VI sec. a. C.

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