antiaèreo

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Lessico

agg. [sec. XX; anti- (2)+aereo]. Che serve a proteggere dagli attacchi aerei: rifugio antiaereo; difesa antiaerea (anche antiaerea, sf.), complesso di dispositivi sia militari sia civili atti a preservare determinati obiettivi dagli attacchi aerei o ad attenuarne le conseguenze.

Militaria

Oltre a essere organizzata sul piano nazionale, la difesa antiaerea è coordinata strategicamente in seno alle organizzazioni militari internazionali, specialmente riguardo ai sistemi di preallarme e alle reti di basi aeree e missilistiche. Si articola in difesa attiva e passiva, la prima esclusivamente militare, la seconda comprendente misure e attrezzature militari e civili. Quella attiva si basa sull'artiglieria contraerea e sulle installazioni, sia fisse sia mobili, di missili terra-aria e missili antimissili, oltre che naturalmente sulle squadre aeree da caccia; questi mezzi sono serviti da un complesso sistema di avvistamento e identificazione costituito da reti di stazioni radar ed elaboratori elettronici. Per il funzionamento del sistema è essenziale l'assoluto controllo del traffico aereo, che viene effettuato in collaborazione con gli aeroporti civili. I sistemi difensivi di questo tipo sono però vulnerabili dagli aerei che volano a quota molto bassa (100-200 m), dai missili balistici intercontinentali e dalle bombe semiorbitali; una difesa completa può essere realizzata con l'installazione di reti antimissili costituite da radar veloci a scansione elettronica (anziché meccanica) dell'orizzonte, terrestri o collocate su satelliti geostazionari, e da un insieme di postazioni di missili antimissile a lungo raggio capaci di intercettare il missile avversario in arrivo da grande distanza e anche fuori dall'atmosfera terrestre. La difesa antiaerea passiva si articola essenzialmente nei rifugi antiaerei, consistenti in vani sotterranei atti al ricovero della popolazione durante le incursioni aeree. Perché possano essere in grado di resistere alla capacità penetrativa delle bombe e alla loro potenza di scoppio sarebbe necessario creare opere di una mole tale che comporterebbero una spesa enorme al punto che nessuno Stato sarebbe in grado di sopportare su vasta scala. Si cerca quindi di dare ai rifugi antiaerei almeno una certa efficienza contro i crolli, per farli servire anzitutto alla difesa delle persone ivi ricoverate e fare in modo di tener libere le vie di uscita. Il problema è diventato ancor più complicato per i nuovi mezzi di offesa, che hanno effetti più disastrosi e interessano aree ancor più vaste. In questa direzione i diversi Stati cercano di approntare rifugi antiaerei capaci di salvaguardare le popolazioni da questi nuovi, più gravi pericoli. Altri mezzi per la difesa antiaerea sono la dislocazione per quanto possibile dispersa delle installazioni industriali e militari e il mascheramento, che, nato originariamente come occultamento all'osservazione aerea diretta, ha oggi prevalentemente lo scopo di impedire i rilievi fotografici all'infrarosso. Questo risultato si ottiene impiegando materiali, vernici e colori che abbiano, per quanto possibile, la stessa riflettenza all'infrarosso del terreno circostante in modo da confondere gli obiettivi o renderli comunque difficilmente identificabili.

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