caucàsico, tappéto-

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tappeto tipico della regione del Caucaso. All'origine delle tradizioni del tappeto caucasico agirono le antiche produzioni dell'Armenia e dell'Anatolia, tra le quali, già per tempo, si ebbero vicendevoli influssi e scambi, con manifestazioni di grande interesse per alcuni centri dell'area caucasica. La storia antica dei tappeti del Caucaso si identifica con la produzione dei centri armeni, che già nel sec. IX, come è ricordato in un documento bizantino del tempo, eseguivano tappeti in lana annodata. La conoscenza delle caratteristiche del tappeto caucasico prodotto prima del Seicento si basa quasi esclusivamente su particolari motivi decorativi di esemplari posteriori, specie nella ricca e varia produzione dei sec. XVIII e XIX, la cui persistenza rivela, pur attraverso processi di trasformazione e stilizzazione, precise discendenze e antiche tradizioni. Importante, ma estranea al carattere di fondo del tappeto caucasico, fu l'influenza della produzione persiana ai tempi di Shah ʽAbbās (1557-1628) che, oltre a rendere più fitta e raffinata la tecnica di annodatura, agì direttamente nel campo decorativo, spezzettando l'unità dello schema compositivo in una miriade di minuziosi motivi con suggestivi effetti propri della miniatura. La mancanza di precisi modelli storici ha sempre reso ardua la classificazione dei numerosi tipi di tappeti prodotti nel Caucaso. Sul riscontro di alcune componenti di carattere tecnico è stato adottato il metodo di classificare i tappeti caucasici secondo una divisione netta tra i centri di produzione della Transcaucasia e quelli della Ciscaucasia. Larga applicazione ha avuto il metodo di classificazione “territoriale” proposto con la grande Rassegna di tappeti caucasici antichi e moderni organizzata ad Amburgo nel 1961. Questa classificazione, che tiene conto anche di “varietà storiche” da tempo fuori commercio e dei vari prodotti “provinciali” meno noti alla tradizione e quindi di più difficile catalogazione, ha suddiviso il Caucaso in dieci territori assegnando a ognuno di essi distinte categorie di tappeti, considerando validi elementi di appartenenza anche i caratteri di affinità culturale. Così al territorio del Kazah appartengono i tappeti Kazah (decorati col motivo detto “delle spade” o “dell'aquila”), Kazah-Borgialù, Lori-Pambak, Fac'ralo, Karaciof, Sciulaver; al territorio del Karabah e dello Šuša i Karabah (che assunsero caratteri aulici nella produzione delle manifatture di corte durante il dominio persiano), i Šuša, Celaberd, Cionzoresk, Ciannik; al territorio del Ghence il prodotto omonimo, al territorio del Talish i Talish e i Lenkoran; al territorio del Mugan i Mugan; al territorio del Kuba i famosi e raffinati tappeti Kuba e Seichur (in cui il motivo decorativo principe è il “drago” armeno), i Konagkend, Pieripidil, Karagashli, i Chi-Chi (o Cicì, dall'esuberante decorazione a minuziosi motivi di rosette stilizzate) e i Zeghwa; al territorio del Dagestan i Dagestan (col caratteristico medaglione stellare a 8 punte) e i Lesghistan; al territorio del Derbent (nel Dagestan meridionale) i Derbent, prodotto non raffinato e partecipe di elementi di altre produzioni; al territorio del Shirvan i Shirvan (dalla stilizzazione geometrica di motivi floreali persiani), i Ciaili, Marasali, Bigior, Akstafa; al territorio del Chila i Chila (o Cila, le cui caratteristiche sembrano eludere la derivazione caucasica per suggerire invece riscontri con quella persiana), Baku, Avscian, Surahami. I tipi detti Sumak, Siléh e Verné sono considerati a parte in quanto, pur svolgendo funzioni del tappeto e recando nel campo decorativo i motivi tradizionali dei comuni tappeti caucasici, non sono eseguiti con vello annodato a mano. Pur variando da territorio a territorio lo schema del disegno decorativo comune, appare in tutti i tappeti caucasici la ricerca di originalità attraverso la stilizzazione astratto-geometrica dei diversi motivi tradizionali (stella dei Medi a 8 punte, stella dei musulmani a 6 punte, il triangolo, il quadrato, l'esagono, la croce greca, il motivo dell'aquila, del drago nelle più bizzarre e impreviste soluzioni formali, i fiorellini, le rosette, raffigurazioni di oggetti, di animali, di immagini umane). Generale e prevalente è l'uso delle tinte rosse o blu di fondo per far meglio vibrare i timbri cromatici della vivace colorazione. In genere i tappeti caucasici sono eseguiti con contestura in lana con annodatura di tipo “Ghiordes” (da 800 a 2000 nodi per dm²).

M. Aga Oglu, Dragon Rugs, A Loan Exhibition, The Textile Museum, Washington, 1948; K. Erdmann, Orient Teppiche, Amburgo, 1950; H. Jacoby, How to Know Oriental Carpets and Rugs, Londra, 1952; H. Ropers, Morgenländische Teppiche, Braunschweig, 1955; A. E. Hangeldian, Tappeti d'Oriente, Milano, 1958; Kaukasische Teppiche, Katalog Museum für Kunst Handwerk, Francoforte, 1962; U. Tolomei, Il tappeto orientale, Novara, 1967; M. L. Varvelli, I tappeti, Firenze, 1969; L. Kerimov, N. Stepanian e altri, Les tapis caucasiens, Leningrado, 1984; G. Curatola, Tappeti, Milano, 1985.

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