craniosacràle, terapìa-

variante dell'osteopatia craniale, messa a punto negli anni Settanta del secolo scorso dal chirurgo statunitense E. Upledger, secondo cui il benessere di tutto l'organismo dipende dalla libera e uniforme circolazione del liquido cerebrospinale (o liquor) all'interno della colonna vertebrale e del cranio; poiché tale flusso è regolato dalle meningi, se queste sono troppo rigide la salute dell'individuo ne risulta compromessa. Il primo intervento del terapeuta non consiste quindi nel raccogliere un'anamnesi completa, bensì nel valutare mediante palpazione il ritmo di pulsazione del liquor, il cosiddetto impulso ritmico craniosacrale, partendo dai piedi del paziente e risalendo poi alle altre parti del corpo; in caso di squilibrio, si procederà a manipolare con tocchi lievissimi la testa e l'area sacrale, per un tempo variabile dai 30 ai 60 minuti. Candidati ideali al trattamento sono coloro che vanno soggetti a cefalee, dolori muscoloscheletrici o altri disturbi legati allo stress. Pur non riconoscendole alcun fondamento scientifico, la medicina ufficiale considera questa pratica sicura per soggetti di ogni età.

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