inferènza

sf. [sec. XIX; da inferire nel senso 2]. In logica, procedimento grazie al quale da determinate premesse o proposizioni note si passa a una proposizione successiva detta conclusione. Questo procedimento è di solito fissato da determinate regole, dette regole d'inferenza. In un particolare sistema logico si ha inferenza valida quando sono rispettate le regole di inferenza espressamente fissate per quel sistema. Si ha inferenza sia che si operi deduttivamente, sia che si operi induttivamente. Nella logica tradizionale si parla di inferenza immediata quando si perviene alla conclusione partendo da una premessa sola. Questo può avvenire o per opposizione di proposizioni, quando cioè si inferisce la verità o la falsità di una proposizione dalla verità o falsità di un'altra avente in comune sia il soggetto che il predicato, o per eduzione, quando queste differiscono nel soggetto, o nel predicato, o in entrambi. Nel linguaggio corrente, con inferenza si designa il modus ponens, o regole analoghe, che sono invece tipi particolari di inferenza. Si chiamano schemi di inferenza le espressioni sintetiche delle regole di inferenza; per esempio: “Ogni M è G e ogni P è M, dunque ogni P è G”. Tali schemi sono presenti già nella logica stoica (vedi anche induzione). § In statistica, insieme dei procedimenti, detto anche induzione, che permettono di estendere le misure relative a dati caratteri osservati su di un campione ai corrispondenti caratteri dell'universo da cui il campione è stato tratto. La teoria dell'inferenza statistica assume sostanzialmente due forme: la stima dei parametri e la prova delle ipotesi.

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