Definizione

sf. [sec. XVI; da nebuloso]. Genericamente, qualunque oggetto celeste che, all'osservazione telescopica, appaia esteso, fisso e diffuso; in questa accezione si parla anche di nebulose extragalattiche (vedi galassia) e di nebulose planetarie; anche gli oggetti di Herbig e Haro rientrano in questa definizione. In particolare, nube di gas e polveri, detta anche nebulosa galattica, che si trova nello spazio interstellare (vedi materia).

Le nebulose galattiche

Si distinguono in nebulose oscure e nebulose brillanti (o luminose). Fisicamente, non vi è fra di esse differenza: l'aspetto diverso è dovuto solo alla loro diversa illuminazione: le prime intercettano la luce delle stelle che stanno al di là (la più nota fra di esse è la nebulosa “Sacco di carbone”, nella costellazione della Croce, sulla Via Lattea), mentre le seconde emettono luce, generalmente per eccitazione della materia che le compone dovuta alla radiazione ultravioletta emessa da stelle vicine (nebulose in emissione), ma anche, talvolta, per riflessione della luce di stelle vicine (nebulose in riflessione: ne è un esempio la nebulosità che circonda le Pleiadi). Le nebulose galattiche sono associate a regioni con stelle di popolazione I e quindi anche a processi di formazione di nuove stelle: ne è un esempio la Nebulosa (in emissione) di Orione, M 42, nella quale sono state osservate intense sorgenti di radiazione infrarossa, interpretate come protostelle; in M 42, nel 1936, è stata anche osservata la stella FU Orionis, apparentemente di nuova formazione in quanto mai osservata precedentemente. Spesso nelle nebulose galattiche vengono osservati dei globuli, anch'essi ritenuti protostelle .

Le nebulose planetarie

Sono oggetti celesti di natura differente dalle nebulose galattiche che, a un telescopio modesto, offrono l'aspetto discoidale di un pianeta. Hanno struttura complessa, composta da nubi di gas in rapida espansione, eccitati e ionizzati da una stella centrale sempre molto calda e di tipo spettrale particolare. Tra le più famose fra le nebulose planetarie conosciute (ca. 400) ci sono le nebulose anulari della Lyra e dell'Acquario, detta anche Elica, la più vicina alla Terra. In generale le nebulose planetarie si formano in seguito alla perdita di strati esterni da parte di stelle di massa inferiore al limite di Chandrasekar (1.44 M) nelle ultime fasi della loro vita quando cominciano a bruciare elio al di fuori del nucleo. Alcune nebulose di tipo planetario sono state rinvenute anche nello spazio intergalattico. La distribuzione di luminosità delle nebulose di questo tipo, proprio in virtù del fatto che esse vengono originate da progenitori simili, sono utilizzate anche come indicatori di distanza secondari..

Gli oggetti di Herbig e Haro

Sono piccole condensazioni nebulari, sorta di globuli in emissione, così chiamate dagli scopritori, lo statunitense G. H. Herbig e il messicano G. Haro. Tali oggetti sono stati osservati in regioni ricche di materia interstellare e il loro spettro presenta numerose righe in emissione. Si suppone siano protostelle, quantunque alcuni di essi possano essere alquanto più remoti e classificabili, secondo alcune recenti teorie, come quasar.

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