open source (informatica)

loc. inglese (propr. sorgente aperta) usata in italiano come sf. In informatica indica un software rilasciato con un tipo di licenza che consente ad altri programmatori di apportare liberamente modifiche al codice sorgente dell'applicativo per migliorare le funzionalità o correggere errori, o ridistribuirlo. La Open Source Initiative, un'organizzazione dedicata a promuovere softwareopen source, definisce quali licenze possono essere considerate open source L'idea del software libero nacque agli inizi degli anni Ottanta. Suo sostenitore e promulgatore è Richard Stallman. Bruce Perence, Eric Raymond e altri esponenti del software libero, per favorire la diffusione di licenze liberali nel mondo degli affari, idearono il termine “open source” e nel 1998 fondarono l'Open Source Initiative (OSI) con lo scopo di promuovere l'open source. I software di questo tipo più diffusi sono Mozilla Firefox, OpenOffice, VLC, Gimp, 7-Zip e sistemi operativi come GNU e BSD, il kernel Linux. La collaborazione libera e spontanea di diverse parti consente al prodotto finale di raggiungere una complessità maggiore di quanto potrebbe conseguire un singolo gruppo di lavoro. Internet permette a programmatori geograficamente distanti di coordinarsi e lavorare allo stesso progetto. L' open source si propone come stile di vita che consenta di superare le barriere che impediscono la condivisione della conoscenza. Alla filosofia del movimento open source si ispira il movimento open content (contenuti aperti) che promuove la libera disponibilità di contenuti editoriali quali testi, immagini, video e musica. Un esempio è il portale di open content Wikipedia, l'enciclopedia a contenuto e ad accesso libero.

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