parlamentarismo

sm. [sec. XIX; da parlamentare (aggettivo e sostantivo)]. Sistema politico nel quale il Parlamento, attraverso la sua Camera elettiva, esercita un potere decisionale molto rilevante, tale comunque da condizionare quelli spettanti agli altri organi dello Stato. La storia del parlamentarismo è strettamente legata all'evoluzione dell'istituto parlamentare moderno. Sorto in Inghilterra, l'istituto elettivo (Camera dei Comuni) dapprima, con la rivoluzione antiassolutista e con il Bill of Rights (1689), strappò di fatto alla corona il potere legislativo; poi, nel corso del sec. XVIII, riuscì anche a sottoporre il potere esecutivo al suo controllo mediante la concessione della fiducia necessaria al mantenimento in carica dei governi nominati dal sovrano; e infine, durante il sec. XX, riducendo sempre più le attribuzioni della Camera Alta o dei Lords sino a trasformarla in una Camera con meri poteri sospensivi per giunta ristretti esclusivamente a certi settori della legislazione. Nell'Italia postunitaria, il parlamentarismo ha dato spesso origine al fenomeno del trasformismo anche perché una gran parte dei deputati eletti era sganciato da vere e proprie organizzazioni politiche. Dopo la parentesi del fascismo e la costituzione della Repubblica, il parlamentarismo è stato spesso compresso dall'invadenza dei partiti (la cosiddetta partitocrazia) i cui vertici hanno finito per controllare strettamente l'opera dei singoli deputati eletti.

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