settèmbre, Convenzióne di-

accordo stipulato a Parigi il 15 settembre 1864 fra il governo italiano e quello napoleonico per mettere fine alla presenza di truppe francesi a Roma che irritava profondamente l'opinione pubblica italiana e imbarazzava in politica interna ed estera il governo d'Oltralpe. In base a esso l'Italia si impegnava a non attaccare e a non lasciare attaccare lo Stato Pontificio mentre la Francia si obbligava, in compenso, a ritirare le sue truppe entro due anni. Al papa veniva permesso di formare un esercito autonomo anche con la partecipazione di volontari stranieri e il governo italiano si dichiarava pronto ad assumersi una parte del debito pubblico pontificio in proporzione alle province tolte alla Chiesa negli anni precedenti. Una clausola che avrebbe dovuto rimanere segreta stabiliva infine che la capitale del regno venisse trasportata da Torino a un'altra città entro sei mesi dalla stipulazione del patto. La convenzione, interpretata come una rinuncia a Roma capitale, suscitò però un diffuso malcontento che a Torino (privata dal rango e dai vantaggi di capitale) sfociò in violente dimostrazioni e conflitti sanguinosi (21 e 22 settembre) in seguito ai quali il ministro M. Minghetti fu costretto alle dimissioni. Gli succedette A. La Marmora sotto il quale fu ratificata la convenzione e attuato il trasferimento della capitale da Torino a Firenze.

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