trómbo

sm. [sec. XIX; dal greco thrómbos, grumo (di sangue)]. In medicina, massa solida che si forma in vita all'interno dei vasi sanguigni o nel cuore in seguito al processo di coagulazione del sangue. Il trombo deve essere distinto dal coagulo, che è invece il risultato della coagulazione del sangue in provetta, al di fuori dei vasi (per esempio, in un ematoma) oppure all'interno dei vasi, ma dopo la morte (coagulazione postmortale). I trombi si possono generare nelle arterie, nelle vene, nei capillari, nelle cavità cardiache, e sono costituiti da piastrine, fibrina, globuli rossi. Esistono trombi bianchi o da conglutinazione (trombi arteriosi); trombi rossi o da stasi (trombi venosi); trombi murali o parietali (quando aderiscono alla parete del vaso); trombi occludenti (quando occludono il lume del vaso ostacolando in maniera importante il flusso ematico); trombi vegetanti (quando si formano sulle valvole cardiache); trombi a palla (quelli formatisi all'interno delle camere del cuore, liberi, non aderenti alla parete e di forma grossolanamente sferica). La formazione di un trombo è un fenomeno utile quando si ha la rottura di un grosso vaso; il trombo infatti, adeso alla parete nel punto di lesione, arresta l'emorragia e viene successivamente demolito per opera del sistema fibrinolitico, una volta esaurita la sua funzione emostatica. Quando invece la coagulazione del sangue viene avviata inopportunamente a causa di vari fattori predisponenti, la presenza di un trombo dentro un vaso può causare danni gravissimi ai tessuti in termini di apporto sanguigno. Le sedi più comuni di fenomeni trombotici sono le arterie coronarie, cerebrali, iliache, le vene degli arti inferiori e del bacino, l'atrio e il ventricolo di sinistra. L'evoluzione cui un trombo può andare incontro consiste nella lisi per intervento del sistema della fibrinolisi o per azione di sostanze ad attività trombolitica (per esempio urochinasi), somministrate a uso terapeutico; nella frammentazione con generazione di emboli, che entrati in circolo potranno causare infarti a distanza; nella sua organizzazione e conversione in una masserella fibrosa, spesso calcificata. In qualche caso, all'organizzazione del trombo segue la sua ricanalizzazione per opera di vasellini neoformati.

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