Àpodi

sm. pl. [dal greco ápous ápodos, senza piede]. Denominazione (Apoda o Apodes) attribuita nelle classificazioni zoologiche a diversi gruppi animali. § Ordine di Anfibi, detto anche Gimnofioni (Gymnophiona) o Cecilie (Caecilia), di modeste dimensioni, con lunghezza variabile dai 6,5 ai 150 mm, corpo sottile e vermiforme, privi di arti e dei rispettivi cinti ossei, con coda ridottissima, vertebre numerose (200-300). Gli Apodi comprendono cinque famiglie: Cecilidi, Tiflonettidi, Ittiofidi, Scolecomorfidi e Rinatrematidi. Gli Apodi hanno cranio robusto e compatto, con volta ossificata, modificato a organo fossorio, carattere questo da mettere in rapporto alle modalità di vita: sono perennemente affondati nel terreno, nel quale scavano gallerie facendo appunto uso del capo; sempre con queste particolarissime abitudini va collegata l'estrema riduzione degli occhi, che sono rivestiti di pelle e privi di palpebre (criptoftalmia); fanno eccezione gli Ittiofidi nei quali gli occhi sono ben sviluppati e funzionali. Nei generi più primitivi si rinvengono, nello spessore della cute, minuscole squame. Una singolare caratteristica di questi Anfibi è data dalla presenza, sulla superficie esterna del corpo, di numerosissimi solchi ad anello (distinti in primari, avvolgenti tutto il corpo e in numero uguale a quello delle vertebre, e secondari, che si estendono tra i primari) che vengono ad accentuarne ulteriormente l'aspetto vermiforme e la somiglianza con gli Anellidi con cui possono essere talvolta confusi anche per le analoghe abitudini di vita. La pelle è liscia e fortemente umettata grazie al secreto di numerose ghiandole mucose e di ghiandole secernenti un liquido irritante (ghiandole repugnatorie). Il senso dell'udito è fortemente ridotto mentre quello dell'olfatto è molto affinato. La bocca è fornita di piccolissimi denti unciniformi e la lingua, saldata al pavimento boccale, non è protrudibile. La fecondazione, negli Apodi, è interna, essendo il maschio fornito di uno speciale organo copulatore che prende origine da una estroflessione della parete cloacale. La coda, quando presente, è corta. Talune specie sono ovipare, ma la maggioranza è costituita da specie vivipare; a seconda poi che conducano o meno una esistenza acquatica, gli stadi larvali sono muniti di branchie, che vengono poi perse al momento della metamorfosi, oppure riassorbite nella fase embrionale, presentando così sin dall'inizio una respirazione polmonare. L'alimentazione consiste di Insetti, altri invertebrati che vivono nel terreno, Anellidi e più raramente piccoli Vertebrati (come giovani serpenti). Gli Apodi sono propri delle regioni tropicali; si rinvengono nell'America meridionale e nell'isola di Trinidad, in Africa, nelle Seychelles, in India, a Ceylon, a Giava, nel Borneo e nelle Filippine. Per la completa assenza di resti fossili non si conosce nulla di sicuro circa i rapporti filogenetici dei moderni Apodi; da taluni, a titolo di ipotesi, è stata ammessa una loro possibile origine da Microsauri del Permiano (Lysorophus). Gli Apodi viventi comprendono una quindicina di generi con 75 specie. § Ordine di Crostacei Cirripedi ermafroditi; gli Apodi sono privi di mantello, arti toracici e apertura anale. Si conosce un solo genere, Proteolepas, che vive all'interno della cavità del mantello di altri Cirripedi. § Ordine di Echinodermi della classe degli Oloturoidei, detti anche Sinaptidi, caratterizzato dall'assenza dei pedicelli ambulacrali e dei polmoni acquiferi. Vi appartengono i generi Leptosynapta e Labidoplax comuni nel Mediterraneo. Questi animali hanno il corpo vermiforme. Rispetto agli altri Oloturoidei sono molto più attivi: alcuni, prima di aver raggiunto l'età adulta, di notte riescono a nuotare, contraendo il corpo, verso la superficie del mare. § Altra denominazione, poco usata, per indicare gli Osteitti dell'ordine degli Anguilliformi.