óstrakon

s neutro greco [pl. óstraka, conchiglia e per estensione coccio di terracotta] (in italiano anche òstraco, pl. òstraca). Frammenti di terracotta o materiale simile che venivano usati nel mondo antico per brevi iscrizioni o schizzi. Ce ne sono pervenuti dall'Egitto antico e dal regno dei Parti, ma in particolare sono noti quelli greci ed ellenistici. I più famosi sono gli óstraka ateniesi, fino a oggi oltre 6000, relativi alle votazioni per quella forma di esilio politico che fu detta appunto ostracismo. § Gli óstraka egiziani hanno un notevole valore documentario e artistico; talora possiedono grandi dimensioni con testi o disegni estesi, per esempio l'óstrakon con le Avventure di Sinuhe conservato nell'Ashmolean Museum, o quello con la Pianta di tomba del Museo Egizio del Cairo. Alcune opere letterarie, come la Kemit o le Massime di Kheti, sono note prevalentemente da óstrakon della scuola Deir el Medina. La maggior parte degli óstraka scritti in ieratico è stata trovata nella regione di Tebe e risale al Nuovo Regno, mentre quelli demotici, greci e copti provengono in grande quantità da tutta la valle del Nilo.

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