Arézzo (città)

Indice

capoluogo della provincia omonima , 296 m s.m., 384,53 km², 97.842 ab. secondo una stima del 2021 (aretini), patrono: san Donato di Arezzo (7 agosto).

Generalità

Città della Toscana situata sul colle di San Donato, dominante un'ampia conca alla confluenza di quattro bacini naturali che agevolano i collegamenti verso i quattro punti cardinali: il Casentino a N, l'alta valle Tiberina a E, il Valdarno Superiore a W e la val di Chiana a S. La forma urbana attuale è data dall'unione di un nucleo più antico in collina, poi allargatosi ma compreso entro le mura trecentesche, con la parte moderna che costituisce una sorta di anello esterno ai precedenti. La città etrusca si sviluppò nella parte più settentrionale del colle, tra l'attuale duomo e la fortezza medicea, delimitata da una muraglia chiusa a “S” lungo l'asse porta Sant'Andrea-porta del Foro. Lo sviluppo in età romana portò all'estensione del nucleo abitato più a S; con la caduta dell'impero romano la popolazione, fortemente diminuita, si ritirò di nuovo entro le mura etrusche. Poco venne conservato dell'impianto ortogonale precedente, privilegiando uno sviluppo lungo le dorsali meridionali della collina e mantenendo al di fuori delle mura, sul vicino colle del Pionta, l'antica cattedrale intitolata a Santo Stefano. Tra i sec. XI-XII, allo sviluppo economico e demografico corrispose un ampliamento delle mura altomedievali e un nuovo spostamento del centro civile e religioso sul colle, dove nel sec. XIII venne risistemata la piazza Grande e costruita la nuova cattedrale di San Pietro. Alla cinta muraria semicircolare, eretta alla fine del sec. XII, corrisponde in parte l'odierno tracciato di via Garibaldi. Sotto la signoria dei Tarlati furono costruite nuove mura (1319), che inglobarono gran parte del precedente sistema difensivo. Nel Cinquecento la città fu sottoposta all'ampia ristrutturazione medicea; alla costruzione delle nuove mura di Sangallo seguì la demolizione di molti edifici privati, pubblici (tra cui il Palazzo del Comune) e religiosi. Nella seconda metà del secolo venne ridisegnata la piazza Grande con l'inserimento delle Logge del Vasari. L'espansione fuori dalle mura iniziò con l'Unità d'Italia e crebbe con l'apertura della linea ferroviaria Roma-Firenze. Nel sec. XX i primi interventi si limitarono alle aree libere all'interno del tratto meridionale delle mura, passando nei successivi decenni alla ridefinizione delle periferie in senso industriale (sviluppo favorito dal passaggio di due arterie importantissime, quali la ferrovia Firenze-Roma e l'Autostrada del Sole), con la creazione di insediamenti anche abitativi a valle e in particolare verso SW, oltre la linea ferroviaria. Città d'arte e di cultura di grande importanza, è sede vescovile.

Storia

Già insediamento preistorico, Arretium fu una delle principali città della dodecapoli etrusca. Dapprima avversaria di Roma (sec. IV-III a. C.), poi sua alleata contro i Galli e contro Annibale, durante la guerra sociale divenne municipio romano. Punita da Silla con la perdita della cittadinanza, per aver favorito il suo antagonista Mario, fu presto reintegrata nei suoi diritti e raggiunse una grande floridezza. Passata ai Longobardi e successivamente ai marchesi di Toscana, libero comune nel 1098, iniziò una politica espansionistica che la pose in conflitto con le città vicine e specialmente con Firenze, dalla quale venne sconfitta nella celebre battaglia di Campaldino (1289). Lacerata dalle scorrerie di capitani di ventura e dalle lotte intestine tra le fazioni dei Secchi (i Tarlati) e dei Verdi (i della Faggiuola), riacquisì splendore con la signoria del vescovo Guido Tarlati (sec. XIV), alla cui morte la ripresa delle lotte interne portò a una nuova decadenza. Nel 1384 la città fu venduta a Firenze e da allora perdette importanza nonostante reiterati tentativi di ribellione. Dal 1799 al 1800 si sollevò contro i francesi. Durante la seconda guerra mondiale fu gravemente danneggiata dai bombardamenti.

Arte

Un'attività artistica è documentata dal sec. VI a. C. (lastre templari), mentre sono databili alla metà del sec. V a. C. la famosa Chimera, un bronzo etrusco raffigurante il mostro della mitologia greca, e la statua di Minerva (conservate al Museo Archeologico di Firenze). Di età romana sono i resti delle mura e l'anfiteatro. Il centro antico, sul pendio della collina, ebbe il maggiore sviluppo edilizio nei sec. XIII-XIV e si arricchì di importanti monumenti rinascimentali nei sec. XV-XVI; modeste sono invece le testimonianze delle epoche successive. In posizione dominante sorge la chiesa di San Francesco (iniziata nel 1290 e rifatta nel 1318-77), sobrio edificio nelle forme del gotico umbro-toscano, con navata unica coperta a capriate e ornata da edicole, cappelle e affreschi dei sec. XIV-XV; nella cappella maggiore è il celebre ciclo di affreschi, ispirato alla Legenda aurea di Jacopo da Varagine, della Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca, commissionatogli dalla famiglia dei Bacci, eseguito nel 1453-66 e restaurato verso la fine del sec. XX. La centrale piazza Grande, nel sec. XIII centro politico e civile della città, presenta una fontana della prima metà del Cinquecento ed è circondata da caratteristiche case con balconi di legno, torri medievali e palazzi: tra questi quello della Fraternita dei Laici (sec. XIV), felice connubio tra gotico e stile rinascimentale; il Palazzo delle Logge, costruito dal 1573 su progetto di Giorgio Vasari; la casa medievale dei Lappoli (sec. XIV); e la torre Faggiolana (sec. XIII). Capolavoro del tardo romanico è la pieve di Santa Maria (1140 - inizio sec. XIV), la cui facciata romanica, in forme pisano-lucchesi, ha un primo ordine con cinque grandi arcate cieche e tre ordini superiori di loggette su colonne, il portale maggiore (1216) con architrave e lunetta scolpite con raffigurazioni della Madonna, l'archivolto decorato da bellissime sculture rappresentanti i mesi (la recente restaurazione ne ha recuperato la policromia), opera di un maestro influenzato dall'Antelami. Alla facciata si affianca il campanile, ultimato nel 1330, che presenta cinque file di bifore binate per lato. L'interno, iniziato in epoca romanica e ultimato in stile gotico, è a tre navate, con tetto a capriate, cupola, presbiterio soprelevato sulla cripta e in controfacciata un bassorilievo in marmo raffigurante l'Epifania (sec. XI-XII); sull'altare maggiore si trova un polittico giovanile di Pietro Lorenzetti con Madonna e santi (dipinto nel 1320 per il vescovo Guido Tarlati). In via dei Pileati, fiancheggiata da edifici medievali, si trova il Palazzo Pretorio (sec. XIV-XV), con molti stemmi in facciata risalenti ai sec. XV-XVIII. Salendo per la stessa via, lungo la quale si trova la casa ritenuta del Petrarca, ora sede dell'Accademia dedicata al poeta, si arriva a un'ampia spianata dove sorgono la Fortezza, opera cinquecentesca di Giuliano da Sangallo, e il duomo, edificio gotico dei sec. XIII-XVI (la facciata è moderna, a imitazione dello stile gotico), che conserva, nell'interno a tre navate, vetrate di Guillaume de Marcillat e la Maddalena a fresco di Piero della Francesca. La chiesa di San Domenico (1275 – inizi sec. XIV), fu abbondantemente rimaneggiata nel Cinquecento e riportata all'aspetto originario nel sec. XX; conserva uno splendido Crocifisso, opera giovanile di Cimabue (1260-65). Tra le chiese costruite in periodo rinascimentale si ricordano la chiesa della Santissima Annunziata, iniziata nel 1491 su progetto forse di Bartolomeo della Gatta e completata da Antonio da Sangallo Il Vecchio all'inizio del sec. XVI, e la chiesa di Santa Maria in Gradi, riedificata da Bartolomeo Ammannati (fine sec. XVI). Suggestivo esempio di dimora signorile del sec. XVI è la casa di Giorgio Vasari, dal bell'interno ornato da suoi affreschi. Nei pressi della città si trova la chiesa gotica di Santa Maria delle Grazie, della metà del sec. XIV, con portico di Benedetto da Maiano.

Musei

Il Museo archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate”, nell'ex monastero di san Bernardo (sec. XIV), conserva reperti archeologici etruschi, greci e romani, con raccolte ceramiche di pregio, tra cui la celebre produzione di vasi “aretini” o “corallini” (con decorazioni a rilievo, sygilla, da cui anche il nome di “sigillata aretina”). Il Museo Diocesano conserva opere pittoriche, scultoree, paramenti e oreficerie sacre provenienti dal duomo e da altre chiese aretine, tra cui un'importante raccolta di crocifissi lignei del sec. XII. Il Museo Statale d'Arte Medievale e Moderna, nato dalla fusione della Pinacoteca Comunale, del Museo della Fraternita e di altre collezioni e donazioni private, costituisce una testimonianza inestimabile dello sviluppo dell'arte toscana dal sec. XIII al sec. XIX. La Biblioteca Città di Arezzo, nella centrale via dei Pileati, conserva incunaboli, cinquecentine, codici e manoscritti, tra cui spicca un preziosissimo codice miniato del sec. X. La Casa Museo di Ivan Bruschi ospita l'eclettica collezione dell'antiquario aretino, ideatore della Fiera Antiquaria di Arezzo. Il Museo Aziendale Gori Zucchi ospita una collezione storica di disegni, gioielli e medaglie d'arte di artisti famosi quali Salvador Dalì, Giacomo Manzù, Giò Pomodoro, e una collezione di macchinari per la lavorazione orafa.

Economia

Nell'agricoltura, molto specializzata, spiccano le coltivazioni di vigneti e oliveti, alle quali è collegata una fiorente produzione di vini e oli pregiati; tra le altre principali colture sono quelle degli ortaggi e delle barbabietole. Un tempo al centro dell'economia locale, il settore agricolo ha però vissuto un progressivo declino, contestuale allo sviluppo dell'industria, a lungo dominata dal settore dell'abbigliamento. La lavorazione dei metalli preziosi, soprattutto dell'oro, è un settore in cui la città figura ai massimi livelli nazionali, con un grande spazio anche sui mercati esteri. Fiorenti sono le attività commerciali e i servizi. Il turismo è in costante espansione, grazie alla fama internazionale di città storica e d'arte, che Arezzo si è conquistata; in crescita anche il comparto enogastronomico e agrituristico, che registra un forte afflusso di visitatori stranieri.

Curiosità

Famosa è la Giostra del Saracino (la notte del penultimo sabato di giugno e la prima domenica di settembre), gioco cavalleresco che si svolge in piazza Grande (documentato dal 1593, affonda le sue radici nel Medioevo). Nella stessa piazza è allestita la Fiera Antiquaria (prima domenica di ogni mese), tra le più accreditate e consolidate manifestazioni di antiquariato a livello nazionale e internazionale. In primavera si svolge OroArezzo, mostra internazionale dell'oreficeria, argenteria e gioielleria. In agosto la città ospita il Concorso Polifonico “Guido d'Arezzo”, che prevede una sezione internazionale e una nazionale. Vi nacquero i poeti Francesco Petrarca (1304-1374) e Guittone d'Arezzo (ca. 1235-1294), il pittore Spinello Aretino (ca. 1345-1410), lo scrittore Pietro Aretino (1492- 1556), l'architetto, pittore e scrittore d'arte Giorgio Vasari (1511- 1574) e lo scienziato e poeta Francesco Redi (1626-1698).

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