George, Stefan

poeta tedesco (Büdesheim, Assia, 1868-Minusio, Locarno, 1933). Figlio di un commerciante di vini, nel 1889 fu a Parigi, dove conobbe Verlaine e Mallarmé, nel 1891 a Vienna, dove entrò in contatto con Hofmannsthal, poi in Belgio dove conobbe Verhaeren e in Inghilterra dove si accostò ai preraffaelliti. Di tutti questi poeti (oltre che di Dante e D'Annunzio, Rimbaud e Baudelaire) fu anche raffinato traduttore. Nel 1903 a Monaco incontrò il quindicenne Maximilian Kronberger che, sotto il nome di Maximin, assurse nella sua poesia a incarnazione del divino. Nel 1892, anno in cui apparvero i Blätter für die Kunst, era sorto anche il circolo di George, cenacolo di soli uomini, studiosi e poeti, retto da un complesso cerimoniale estetizzante; ne fecero parte Gundolf, Wolfskehl, Klages, l'attentatore di Hitler, Stauffenberg, ecc. La poesia di George s'innesta nella polemica antinaturalistica di fine secolo ed è l'ultima grande manifestazione dell'ideale estetico classico-romantico e del culto della personalità poetica, che la storia recente ha reso per sempre inattuali. Ma la sintesi liberty di elementi simbolistici, classici, romantici operata da George dall'Algabal (1890-92), dedicato al re-artista Luigi II di Baviera, a Die Bücher der Hirten und Preisgedichte, der Sagen und Sänge und der hängenden Gärten (1894-95; I libri dei pastori e delle laudi, delle saghe e dei canti e dei giardini pensili), a Der siebente Ring (1907; Il settimo anello), a Der Stern des Bundes (1914; La stella dell'alleanza) fino a Das Neue Reich (1928; Il nuovo regno) ebbe enorme risonanza e importanza culturale europea. L'anelito stesso di George a nuovi spazi metafisici e mistici, a un nuovo regno spirituale, fu stravolto dai nazisti a profezia del Terzo Reich: George protestò emigrando.

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