Mahāsāngika

(sanscrito, quelli della grande comunità). Maggioranza del Concilio buddhista di Pāṭaliputra (250 a. C.) che, sottoscrivendo in cinque punti il ridimensionamento della condizione monastica in senso metafisico, si separò dalla minoranza detta degli Sthaviravadin (fautori dell'insegnamento antico). L'eliminazione dei privilegi metafisici del monaco, fino allora considerato “santo” (o arhat, venerabile), solo per aver pronunciato i voti, conferì al buddhismo una nuova dinamica: si ebbe un'apertura al laicato e la proiezione della “santità” (che sarebbe poi la condizione di Buddha) a entità mitiche individuate poi col nome di Bodhisattva. Da queste basi sorgerà il nuovo buddhismo che prenderà nome di Mahāyāna.

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