Ormèa

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comune in provincia di Cuneo (84 km), 736 m s.m., 124,19 km², 1967 ab. (ormeesi od ormeaschi), patrono: san Martino (11 novembre).

Centro situato nell'alta valle del fiume Tanaro, non lontano dal confine con la Liguria. È l'antico Ulmea, che subì la dominazione saracena nei sec. X e XI. Possesso di Bonifacio del Vasto e dei marchesi di Ceva, appartenne al ramo dei conti d'Ormea quasi ininterrottamente fino al 1557. Nel 1665 passò ai Savoia.§ Di notevole interesse è il nucleo antico, che presenta una tipica struttura urbanistica medievale, costituito da un intricato e affascinante labirinto di vicoli, i cosiddetti “trevi”. Tra le abitazioni dei sec. XIV e XVI si ricorda la casa Gillino (sec. XIV), con facciata decorata da fregi e figure in pietra. Nella parrocchiale di San Martino (sec. XV) si conservano pitture appartenenti a una chiesa più antica (sec. XIV), l'altare maggiore e un pulpito ligneo del Seicento.§ È rinomata località turistica estiva, con uno stabilimento idroterapico e buona attrezzatura ricettiva. Altre risorse provengono dall'agricoltura (patate, cereali, foraggi, castagne e frutta) e dall'allevamento. Di rilievo è l'industria cartaria, affiancata da attività manifatturiere nei settori chimico, alimentare, delle pelletterie e dell'imbottigliamento.§ Solo qui a Ormea si parla un dialetto che è una curiosa mescolanza di fonemi liguri, piemontesi, francesi e arabi.

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