Sila (altopiano)

Indice

Generalità

Vasto altopiano dell'Appennino Calabro, compreso amministrativamente nel territorio delle province di Cosenza, di Crotone e di Catanzaro. È delimitato dal golfo di Taranto e dalla piana di Sibari a N, dalle alture collinari prospicienti la costa ionica a E e a SE, dal golfo di Squillace e dall'insellatura di Marcellinara a S, dal Vallo del Crati a W.

Geografia fisica

Geologicamente la Sila è costituita da graniti paleozoici cui si associano a W rocce metamorfiche (gneiss, micascisti, filladi, kinzigiti) paleozoiche e a E filladi, scisti e calcari mesozoici e formazioni cenozoiche (argille, marne). La piattaforma superiore del vasto massiccio montuoso si presenta rilevata nel settore occidentale, con un versante assai ripido sul Vallo del Crati, ed è sensibilmente inclinata verso N, E e S, dove si fonde con le formazioni mioceniche e plioceniche costiere. L'altitudine media è di 1300 m, quella massima di 1928 m (monte Botte Donato); da W a E si elevano basse catene montuose dai morbidi profili. Tradizionalmente la Sila è divisa da N a S in tre zone; la Sila Greca, così denominata per le popolazioni albanesi, considerate greche in passato, che ne abitano il versante settentrionale, la Sila Grande al centro e la Sila Piccola a S. Il settore orientale della Sila Grande è anche chiamato Sila Badiale, a ricordo della badia di Fiore fondatavi nel sec. XII. Il clima è di tipo montano, con inverni assai freddi, ma estati fresche e ventilate. Sono frequenti le nevi; le precipitazioni sono abbondanti nei mesi invernali, modeste in quelli estivi: la media è di 1200 mm annui, con valori massimi di oltre 2000 mm nelle parti più elevate del rilievo e minimi nei settori orientali. Dal punto di vista idrografico la Sila tributa in massima parte al mar Ionio sia con il fiume Crati, di cui appartiene al massiccio montuoso solo il corso superiore, sia specialmente con i vari fiumi che scendono verso il settore orientale tra la piana di Sibari e il golfo di Squillace: i principali sono il Neto con i suoi affluenti, il Trionto, il Tacina, il Simeri e il Corace. Al mar Tirreno scende solo il Savuto. Nella parte più elevata del gruppo montuoso sono stati creati alcuni laghi artificiali, ottenuti con lo sbarramento dei fiumi Mucone, affluente del Crati (lago di Cecita o Mucone), Neto (lago di Ariamacina), Arvo (lago Arvo) e Ampollino (lago Ampollino), entrambi affluenti del Neto. Il ricco patrimonio forestale dell'altopiano (la Sila possiede la più estesa superficie boschiva dell'Italia meridionale), costituito da varie essenze, fra le quali il castagno, l'ontano, il pino laricio e il faggio, è tutelato dal Parco Nazionale della Sila.

Popolazione ed economia

Poco popolata sulla sommità dell'altopiano (ma una notevole eccezione è costituita dal grosso centro di San Giovanni in Fiore, posto a oltre 1000 m di altezza), la Sila è circondata sulle pendici da una corona di centri abitati, particolarmente fitti sul versante che si affaccia su Cosenza e in parte di lingua albanese sul versante settentrionale della Sila Greca. I maggiori fra questi centri sono Acri, Rossano e Corigliano Calabro. L'economia, basata in passato solo sullo sfruttamento del bosco e sull'utilizzazione del pascolo, si è gradualmente trasformata in forme più varie, quali l'agricoltura, l'allevamento del bestiame, l'industria del legno, la produzione di energia idroelettrica e il turismo (stazioni di villeggiatura estiva e invernale abbastanza frequentate sono Camigliatello Silano, Silvana Mansio e Villaggio Mancuso), che favorisce lo sviluppo di numerose attività commerciali con esso collegate. In sviluppo il settore agrituristico.

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