annata

Lessico

sf. [sec. XVI; da anno].

1) La durata di un anno: un'annata piena d'imprevisti; di solito con riferimento alle condizioni atmosferiche e all'andamento della produzione agricola: un'annata fredda, asciutta; un'annata favorevole per il grano; per estensione, l'insieme dei raccolti di un anno: un'annata ricca, scarsa.

2) L'andamento, il resoconto di un'attività durante un anno: l'annata economica denota una leggera flessione; fare il bilancio dell'annata letteraria. In entrambe queste accezioni è frequente il peggiorativo annataccia, annata pessima per il tempo, per i raccolti, per gli infortuni accaduti.

3) Entrata di un anno, come pensione, stipendio o affitto: pagare in quattro rate l'annata d'affitto.

4) L'insieme dei fascicoli che formano la pubblicazione annuale di un periodico: avere tutte le annata della “Critica”.

Diritto canonico

Per annata s'intendevano nel Medioevo i frutti di un beneficio minore riservato al papa e da devolversi alla Camera Apostolica. L'istituto era antichissimo e corrispondeva probabilmente all'oblatio romana. Già in uso nel sec. IX, lo troviamo applicato alle Isole Britanniche da Clemente V nel 1306; Giovanni XXII lo estese nel 1316 a tutta l'Europa, regolandone in un secondo tempo le quote e il modo di riscossione; Gregorio XI, nel 1376, assoggettò all'annata tutti i benefici riservati alla Santa Sede; Bonifacio IX (1389-1404) li ridusse della metà ma pagabili in anticipo e da allora i tributi sottomessi a questo regime si chiamarono annate bonificiarie o mezze-annate. Le annate furono sempre avversate, specie nel Concilio di Costanza, per cui Martino V dovette venire ad accordi con la Germania, la Spagna, l'Inghilterra, la Francia e l'Italia. Dopo il Concilio di Basilea (1435), sebbene con molte eccezioni, caddero in disuso. Sopravvissero invece le mezze-annate a favore delle cattedrali e delle collegiate italiane, abolite solo nel 1983 con il nuovo Codice di Diritto Canonico.