che (congiunzione)

Indice

cong. (si pronuncia e si comporta foneticamente come che (pronome)) [sec. XIII; latino quia, cong. causale e dichiarativa].

1) Introduce diversi tipi di proposizioni subordinate: A) prop. dichiarative, soggettive e oggettive, con il verbo al congt. o all'ind.: è impossibile che sia già arrivato; mi ha detto che non ti conosce. Talvolta con valore enfatico nelle loc. (il fatto) è che, non (è)che: è che non vuole capirla; “Non è che sia la badessa” (Manzoni). Nelle subordinate con il verbo al congt. la cong. può anche essere sottintesa: credo lei non ne sappia nulla. B) Prop. causali con l'ind. o il congt.: corri che è tardi; sono sorpreso che l'abbia trattato così. C) Prop. temporali con l'ind. nel senso di “quando” o “da quando”: è partito che erano le cinque; sono tre giorni che non ti sento; inserito tra il pp. e l'aus. ha il senso di “dopo che”: “Arrivati che si fu in cima al colle, ci fermammo un momento” (E. Cecchi). D) Prop. finali con il congt.: bada che le uova non si rompano; “mi mandava a tenerli d'occhio che zappassero” (Pavese). E) Prop. consecutive con l'ind., il congt. e il cond.: si divertiva che era un piacere vederla; parla forte ch'io possa sentirti. Di solito in correlazione con un avv. o un agg. della principale come tale, tanto, così, e sim.: c'è tanta nebbia, che non si vede niente; era così stanco, c. si sarebbe messo subito a dormire. F) Prop. comparative, in cui è preceduta dagli avv. correlativi di comparazione (più, meno, tanto, ecc.): è più vantaggioso che tu non creda; è stato meno difficile che non pensassimo. G) Altre subordinate di vario genere; con valore limitativo nel senso di “per quanto” (con il congt.): ch'io sappia, l'ufficio è chiuso; con il senso esclusivo di “senza che” costruita con il congt.: non passa giorno che non vada all'osteria. Con valore eccettuativo, spesso in correlazione con altro o altrimenti e con il verbo sottinteso: non fa che lamentarsi; non pensa che a spassarsela; “Altri che voi so ben che non m'intende” (Petrarca); non dice altro che sciocchezze.

2) In prop. principali è frequente per introdurre il secondo termine di paragone: sta più volentieri col papà che con la mamma; è più carina che intelligente; preferisco leggere che scrivere; mi soddisfa tanto l'uno c. l'altro; quasi con valore superl. in alcune loc.: sono più che deciso; è contento più che mai. Talvolta con valore rafforzativo, specialmente in frasi escl. e interrogative: “sì signore, che ho un espediente da suggerirle” (Manzoni); forse che non te l'ho detto?; anche nelle ipotetiche, seguita da se: che se anche avesse ragione, farebbe meglio a tacere. Può inoltre introdurre prop. ottative, imperative o esortative con il congt.: che ti venga un accidente!; che tu possa aver fortuna!; che parli, che dica le sue ragioni; che mi diano ascolto prima di decidere.

3) Spesso unita a prep., avv., cong., participi e altri elementi per formare cong. composte e loc. congiuntive per le quali vedi le voci autonome (acciocché, affinché, ancorché, giacché, finché, perché, ecc.) o i singoli elementi di composizione: dato che, vedi dato, nel caso che, vedi caso; in modo che, vedi modo; salvo che, vedi salvo, ecc.

4) Come cong. coordinativa in espressioni correlative come o che ... o che, sia che ... sia che, tanto che ... così che e simili: è lo stesso sia che lo sappia, sia che lo ignori; “abbandonato così dagli amici che dai nemici” (Nievo).

Trovi questo termine anche in:

Quiz

Mettiti alla prova!

Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici.

Fai il quiz ora