Lessico

sf. [da coordinare]. Atto ed effetto del coordinare, l'essere coordinato: non c'è coordinazione tra le varie sezioni dell'ufficio;coordinazione di movimenti, in fisiologia, particolare funzione del sistema nervoso centrale che controlla le contrazioni muscolari necessarie per effettuare un determinato movimento. La coordinazione dei movimenti inizia dopo la nascita. In particolare: A) in filosofia, il rapporto che sussiste tra elementi appartenenti allo stesso livello di una classificazione: per esempio tra le specie di uno stesso genere. B) In sintassi, procedimento per cui una proposizione viene accostata a un'altra. La coordinazione si può avere sia tra proposizioni principali, sia tra proposizioni secondarie dello stesso grado e dello stesso tipo, e può essere fatta con una congiunzione coordinante o per asindeto, cioè senza alcuna congiunzione.C) In etologia, coordinazione motoria ereditaria, è la capacità degli animali di compiere movimenti che non hanno appreso (movimenti istintivi). La coordinazione motoria ereditaria si manifesta di solito con sequenze di comportamento brevi, come possono essere, negli uccelli, spalancare il becco per chiedere cibo, scuotere e ungere le penne, ecc. Talvolta è presente fin dalla nascita e si manifesta anche negli animali allevati in isolamento. La coordinazione motoria acquisita si verifica nel caso in cui un modulo comportamentale sia soggetto ad apprendimento. In questi comportamenti sono però sempre presenti elementi di coordinazione ereditaria.

Chimica: composti di coordinazione

Sono composti chimici, detti anche composti complessi o semplicemente complessi, la cui molecola o i cui ioni presentano legami di un tipo particolare, detti appunto legami complessi o di coordinazione. Secondo la classica teoria formulata da Werner, gli ioni di molti metalli, in genere dei metalli cosiddetti di transizione, possono legare molecole neutre o ioni detti leganti, con valenze che Werner denominava secondarie e che non mutano la carica elettrica dello ione. Così, lo ione argento Ag+, che è la forma nella quale l'argento è presente in quasi tutti i suoi composti, è per esempio capace di legare o, come comunemente si dice, di coordinare due molecole neutre NH₃ di ammoniaca, trasformandosi nel catione diamminoargento, Ag(NH₃)₂+, il quale conserva nel suo insieme l'originaria carica positiva dello ione Ag+. Esso è anche capace di legare due anioni cianuro, CN-; si può formalmente immaginare che nello ione complesso che ne deriva il catione Ag+ conservi la sua unica carica positiva e gli anioni CN- conservino ciascuno la carica negativa, per cui l'anione complesso che ne deriva avrà complessivamente una carica negativa libera e sarà rappresentato dalla notazione [Ag(CN)₂]-: a esso si dà il nome di ione dicianoargentato (I), che descrive sia la composizione sia lo stato di ossidazione del metallo. Questi ioni complessi danno luogo a dei sali, analogamente ai comuni ioni, come il cloruro di diamminoargento, [Ag(NH₃)₂]Cl, e il dicianoargentato di sodio, Na[Ag(CN)₂]. Le proprietà fisiche degli ioni complessi differiscono naturalmente da quelle dei corrispondenti ioni metallici semplici. Così, per esempio, lo ione argento (I) forma con lo ione cloruro il cloruro d'argento AgCl che è praticamente insolubile in acqua, mentre il cloruro dello ione diamminoargento è facilmente solubile; aggiungendo una base forte a una soluzione di un sale di ferro (II) si forma un precipitato verdastro dell'idrossido Fe(OH)₂, mentre l'anione complesso del ferro (II) con l'anione cianuro, ossia lo ione esacianoferrato (II), [Fe(CN)6]2-, è perfettamente stabile anche in soluzione fortemente basica, ecc. Come risulta da questi esempi, il numero di molecole o di ioni leganti uniti allo ione metallico, e cioè il numero di coordinazionedi quest'ultimo, può essere assai diverso dall'uno all'altro; inoltre, in vari casi un medesimo ione metallico può dar luogo a composti a numero di coordinazione diverso. Con il nome di complessi interni si indicano i complessi nei quali il catione metallico è legato a un anione con un legame salino ed è inoltre legato con un legame complesso a un altro gruppo all'anione stesso. Esempi tipici di complessi interni sono quelli di argento, rame, ecc. con gli amminoacidi, nei quali il metallo è salificato dal gruppo acido dell'amminoacido ed è inoltre legato con un legame complesso al gruppo amminico NH₂ di questo. La stabilità dei composti di coordinazione, espressa dalla loro costante di dissociazione o costante di stabilità, è diversissima dall'uno all'altro: alcuni perdono i leganti già per debole riscaldamento e in soluzione sono largamente dissociati in ione metallico semplice e legante libero, altri sono invece stabilissimi anche quando vengono sottoposti a trattamenti drastici. I composti di coordinazione rivestono grande importanza sia dal punto di vista più strettamente chimico e tecnico sia da quello biologico: l'oro viene estratto dai suoi minerali soprattutto con il metodo detto di cianurazione, portandolo cioè in soluzione sotto forma di cianuro complesso; l'argentatura, la zincatura, la cadmiatura e in parte la ramatura degli oggetti metallici si effettuano per via elettrolitica mediante soluzioni dei corrispondenti cianuri complessi; la emoglobina degli eritrociti contiene ferro bivalente legato sotto forma di un particolare composto di coordinazione, nel quale esso è capace di fissare reversibilmente l'ossigeno atmosferico; così, molti enzimi animali e vegetali contengono, fissati con legami complessi, atomi di zinco, di rame, di cobalto, ecc. che sono indispensabili per la funzione degli enzimi stessi.

Chimica: numero di coordinazione

È, nei composti di coordinazione, il numero di leganti legati all'atomo metallico centrale da legami coordinativi. I numeri di coordinazione di gran lunga più frequenti sono 2, 4 e 6. Più genericamente, il termine di numero di coordinazione indica il numero di atomi o di ioni che un determinato atomo lega intorno a sé: così, nell'anione degli ortosilicati, SiO42-, si attribuisce all'atomo di silicio numero di coordinazione 4, al sodio nel cloruro di sodio, NaCl, si attribuisce numero di coordinazione 6 perché nel reticolo cristallino a simmetria cubica del cloruro di sodio ciascun ione Na+ è circondato da sei ioni Cl-, senza che alcuno di questi possa ritenersi legato da un legame preferenziale allo ione Na+. Il numero di coordinazione così definito non dipende quindi dalla valenza degli atomi o dei gruppi di atomi coordinati, ma solo dal loro numero. § Per il legame di coordinazione o coordinativo o complesso, vedi legame, legame chimico.

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