dialettologìa

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sf. [sec. XX; dialetto+-logia]. Studio scientifico dei dialetti. § L'interesse per i dialetti si manifesta in Italia già con Dante che nel De vulgari eloquentia riconosce 14 aree dialettali principali. Nel sec. XVI L. Salviati pubblicò la traduzione della IX novella della “Prima giornata” del Decamerone in 12 dialetti e nel sec. XIX G. Papanti presentò la traduzione della stessa novella in ben 651 dialetti. Raccolte dialettali di questo tipo ebbero come oggetto anche altri testi. Il modello esemplare per uno studio scientifico dei dialetti fu fornito da G. I. Ascoli con i suoi Saggi ladini. La rappresentazione cartografica dei dati dialettali portò alla creazione degli atlanti linguistici (il più prestigioso modello è costituito dall'Atlas linguistique de la France di J.-L. Gilliéron) e al sorgere della geografia linguistica. Nel campo degli studi dialettologici la scuola italiana vanta cultori insigni come M. Bartoli, C. Salvioni, C. Merlo, G. Bertoni, G. Bottiglioni, B. Terracini, C. Battisti, G. Devoto, C. Tagliavini, G. B. Pellegrini, C. Grassi, M. Cortelazzo.

Bibliografia

M. Cortellazzo, Avviamento critico allo studio della dialettologia italiana, vol. I: “Problemi e metodi”, Pisa, 1969; vol. III: “Lineamenti di italiano popolare”, Pisa, 1972; V. Rusu, Dialettologia generale, Bologna, 1985; J. K. Chambers, La dialettologia, Bologna, 1987.

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